La Nuova Sardegna

Oristano

Carcere, diploma per sei È la prima volta nell’isola

di Roberta Fois
Carcere, diploma per sei È la prima volta nell’isola

I reclusi di Massama “maturi” nel corso di studi di Amministrazione e finanza Traguardo reso possibile dal Tecnico Mossa con la collaborazione del carcere

14 luglio 2018
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ORISTANO. È come un orologio il cui ticchettio risuona fino a culminare nel trillo di una sveglia, di una campanella che ridesta dal sonno quelle vite incastrate dall'errore e le fa uscire dal torpore dell'invisibilità pur rimanendo dentro una cella. Una campanella fiera, entusiasta, quella dell'Istituto Tecnico Mossa di Oristano che ha letteralmente portato le sue lavagne, i suoi libri e le sue cartine geografiche dentro le mura della casa di reclusione di Massama e ha permesso ad alcuni dei suoi detenuti di conseguire il diploma dopo aver completato l'intero corso di istruzione superiore di secondo livello in Amministrazione Finanza e Marketing in carcere. «Siamo partiti da zero quattro anni fa e siamo molto soddisfatti di questo traguardo –ha raccontato la dirigente scolastica Marillina Meloni –. Abbiamo portato lì solo una parte delle attrezzature e del materiale che avremmo voluto portare per cercare di sopperire alle difficoltà nello studio in un ambiente dove tutto è molto controllato. Siamo cresciuti grazie ai nostri docenti coordinati dalla professoressa Maria Antonietta Pau e grazie alla costante collaborazione tra la scuola e la direzione, il corpo di polizia penitenziaria e l’area educativa della casa di reclusione». Sono sei i neo-diplomati di Massama, hanno un'età compresa tra i quaranta e i sessant'anni e sono i primi detenuti in Sardegna ad aver sostenuto gli esami di Stato. Alle spalle tanti anni di carcere e davanti tanta voglia di ricominciare, soprattutto da sé stessi, nonostante qualcuno sconti il così detto ergastolo ostativo: tradotto, nessuna prospettiva di uscire dal carcere. «Per gli studenti detenuti la scuola è, a maggior ragione, un’occasione unica di “evasione” e di dignità umana – prosegue la dirigente –. L’istruzione permette ai detenuti di liberarsi dall’oppressione dovuta alla mancanza della libertà e di acquisire una preparazione culturale che può aiutarli a sviluppare un proficuo dialogo con se stessi». Oltre al corso dell'Istituto Mossa, ne sono presenti uno dell'Istituto d'Arte e uno di scuola media che fanno da solida base ad altri progetti e iniziative culturali che si svolgono ogni anno nella casa circondariale. «A settembre ripartiremo con cinque nuove classi, una in più rispetto allo scorso anno grazie al costante aumento di iscritti». Una rivincita, un modo per camminare ancora e ricucire gli strappi del passato dando ai giorni un significato diverso da quello di un conto alla rovescia e riempendoli di nuove conoscenze tra i banchi di una scuola che secondo il direttore del carcere oristanese Pierluigi Farci «spinge i detenuti a migliorarsi e ad umanizzare la loro pena. Vi è molto interesse per tutte le attività culturali e al di là di un reinserimento futuro sono in tanti quelli che proseguono gli studi in carcere».

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