La Nuova Sardegna

Oristano

Pompe ad aria compressa per salvare Is Aruttas

di Piero Marongiu
Pompe ad aria compressa per salvare Is Aruttas

Cabras, si cerca una soluzione per evitare l’asporto involontario della sabbia Il Comune ha pensato a un sistema capace di ripulire indumenti e bagnanti

11 dicembre 2019
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CABRAS. Il rischio depauperamento per le spiagge del Sinis, in particolare per quella di Is Aruttas, arriva anche dalla sottrazione involontaria della sabbia con gli indumenti indossati dai bagnanti e con i teli da mare che vengono stesi nel bagnasciuga. Un calcolo, seppure approssimativo, realizzato dai tecnici del Centro Marino Internazionale di Torregrande, ha dimostrato che diversi quintali dei preziosi chicchi di quarzo rimangono attaccati ai vestiti e agli asciugamani e quindi vengono portati via, procurando un impoverimento costante per l’ambiente.

Per evitare questo prelievo involontario il Comune lagunare sta pensando a diverse soluzioni che consentano ai bagnanti di ripulirsi della sabbia e l’idea è quella di un sistema ad aria compressa capace di soffiare via la sabbia rimasta incastrata nei piedi, nel costume o nell’asciugamano. «Avevamo pensato anche di realizzare delle piccole vasche d’acqua, tipo quelle che si trovano nel bordo delle piscine, per ripulirsi piedi e caviglie dai residui di sabbia – spiegano gli amministratori cabraresi –, ma quel sistema è particolarmente complesso e di difficile applicazione per parecchi motivi. Rimane più percorribile l’altro, perché non richiede soluzioni particolarmente complicate, e i costi sono più contenuti». Il progetto, al quale stanno lavorando i tecnici, è in fase di predisposizione e nella spiaggia di Is Aruttas potrebbe essere sperimentato già dalla prossima estate. «Riteniamo che l’utilizzo del sistema ad aria compressa dia le migliori garanzie per la soluzione del problema – concludono gli amministratori –, pertanto siamo intenzionati a sperimentarla. Se sarà efficace o meno, lo vedremo in un secondo momento».

Il sistema dovrebbe essere integrato con l’installazione di alcune cabine spogliatoio, dove gli utenti possono cambiarsi e togliersi la sabbia, che in questo modo non viene portata via. Il costo, con la spesa dovrebbe aggirarsi intorno ai 20mila euro, potrebbe essere sostenuto con un finanziamento regionale o con risorse provenienti dalla tassa di soggiorno o con quelle derivanti dalle entrate dei parcheggi a pagamento. Agli inviti al rispetto dell’ambiente e al divieto di portare via la sabbia dalle spiagge del litorale cabrarese, si aggiungerà quindi anche la pulitura degli indumenti e dei bagnanti stessi. Un accorgimento che, si spera, servirà a limitare i danni all’ecosistema e a richiamare i fruitori delle spiagge del Sinis a rispettare maggiormente l’importante risorsa.

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