La Nuova Sardegna

Oristano

Sanità, Succu resta ai domiciliari

di Enrico Carta
Sanità, Succu resta ai domiciliari

La giudice respinge la richiesta di revoca presentata dalla difesa che presenterà appello

08 gennaio 2020
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ORISTANO. Una pagina e poco più per dire no. Per la giudice per le indagini preliminari Annie Cecile Pinello, Antonio Onorato Succu, ex primario di Ostetricia e ginecologia all’ospedale San Martino, non può lasciare la sua casa. La richiesta di revoca della misura cautelare presentata nei giorni scorsi dagli avvocati Guido Manca Bitti e Luciano Rubattu è stata rigettata e così l’uomo chiave dell’inchiesta Ippocrate, che indaga presunto malaffare all’interno della sanità oristanese, resta ai domiciliari. La misura era scattata il 3 ottobre scorso su richiesta della procura nell’ambito dell’inchiesta che ha decapitato quello che gli inquirenti ritengono il vertice di un sistema che avrebbe avuto come obiettivo il confezionamento di assunzioni e nomine attraverso concorsi pilotati all’interno dell’Assl in cambio di voti e appoggio al Partito dei Sardi, di cui lo stesso Succu faceva parte.

Tra Natale e Capodanno la difesa aveva presentato l’istanza di revoca dei domiciliari. L’aveva motivata con il fatto che fossero passati tre mesi dal momento dell’emissione della misura cautelare, un tempo sufficientemente lungo; che in questo arco temporale fosse cessato anche il rapporto di lavoro tra Succu e l’Assl e quindi non ci fosse più la possibilità di un inquinamento delle prove da parte dell’indagato. Sono però argomentazioni che non hanno ottenuto il favore della giudice che, nel rigettare, l’istanza ha focalizzato la propria attenzione su due punti: il pericolo di inquinamento delle prove, essendo l’inchiesta ancora in fieri, non sarebbe cessato perché Antonio Succu potrebbe ancora avere la possibilità di influenzare testimoni.

Per la giudice poi, è il secondo motivo del rigetto, sarebbe determinante il fatto che l’ex primario si sia avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia successivo all’emissione della misura cautelare. Secondo la giudice, ciò dimostrerebbe che è ancora solido il legame con altre persone coinvolte nell’inchiesta, in particolare con gli altri indagati principali ovvero l’ex primario di Anestesia ed ex consigliere regionale bosano del Pds Augusto Cherchi, l’ex responsabile delle professioni sanitarie, il ghilarzese Gianni Piras, e l’ex capo del personale infermieristico di Ginecologia, il silanese Salvatore Manai. Il quinto provvedimento era stato emesso a carico dell’impiegata dell’agenzia di lavoro interinale E-Work, la sassarese Agnese Canalis alla quale è stato vietato di svolgere l’attività professionale.

La difesa però non si ferma qui. «Prendiamo atto del provvedimento del giudice, ma lo impgneremo», dice l’avvocato Guido Manca Bitti. A breve ci sarà l’appello. Cambieranno giudici e tribunale: si va a Cagliari.

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