La Nuova Sardegna

Oristano

Biodigestore di Arborea, il comitato non festeggia

Biodigestore di Arborea, il comitato non festeggia

L’impianto è voluto dal Consorzio industriale e finanziato con fondi regionali «Non vogliono migliorare l’ambiente ma solo abbattere i loro costi energetici»

18 gennaio 2020
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TERRALBA . Il fronte comune sul biodigestore, voluto dal Consorzio industriale, caldeggiato da Legambiente, soprattutto per la parte che riguarda la partecipazione e la condivisione del progetto da parte degli abitanti dei luoghi, e visto con favore dai sindaci del territorio, vede emergere qualche distinguo.

In questo caso a prendere posizione è il Comitato per la Qualità della vita Sant’Anna, Is Bangius, Masongius, che in una nota, a firma di Fabrizio Feltri, contesta una visione del tutto favorevole del progetto e dell’impianto.

«In merito alle affermazioni del Consorzio Provinciale Oristanese apparse sulla stampa chiediamo chiarezza e veridicità. Il digestore anaerobico oggetto del processo partecipativo di cui è iniziata martedì la prima fase con la riunione con le istituzioni ha, secondo noi, uno scopo ben preciso: ridurre i costi di gestione del centro di trattamento RSU di Is Masangionis producendo elettricità. Cavalcare la tigre dell’ecologia o del miglioramento dei processi è un’ennesima distorsione dell’immagine che il consorzio vuole dare di sé. Non ci vengano a raccontare che risolverà i problemi di emissioni o che porterà ad un miglioramento del compost. Sicuramente le emissioni aumenteranno, se non altro perché bruceranno bio-metano in una centrale elettrica aumentando la quantità di CO2 in atmosfera oltre che di altre sostanze potenzialmente pericolose (ad esempio idrogeno solforato). Inoltre è fortemente discutibile l’affermazione di un miglior compost finale».

Il comitato ricorda che le norme comunitarie prevedano come intervento prioritario il ricilaggio delle sostanze, e non il recupero di energia. «La digestione anaerobica produce minori quantità di compost e da luogo alla generazione di rifiuti intermedi classificati come pericolosi. Non abbiamo nulla in contrario alle nuove tecnologie, in realtà. Però – continua la nota – non ci vengano a raccontare che il beneficio sul territorio è scontato. Vedremo se investendo 8 milioni di euro pubblici diminuiranno le tariffe della tassa rifiuti, smetteranno i miasmi provenienti dall’impianto e se il Cipor riuscirà finalmente a vendere un prodotto in un mercato che ha non ha valutato correttamente in quanto già sovrasaturo di offerta di materia organica. Ma come si può pensare di vendere compost ad Arborea? Ci vediamo il 7 febbraio – conclude la nota – sperando che i consulenti del Consorzio producano la documentazione necessaria a valutare il progetto per non dover discutere di opzioni che poi potrebbero essere modificate in fase di iter autorizzativo».

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