La Nuova Sardegna

CABRAS. Nella tarda mattinata d ieri 17 gennaio a Punta Maimoni, la polizia municipale, coadiuvata dalla compagnia baracellare, ha rinvenuto tra le rocce un borsone pieno di ricci e una busta contenente mute e altra attrezzatura da pesca. Nelle vicinanze tre persone, una fuori dall'acqua e altre due in mare, intente alla pesca dei ricci. Il ragazzo e la ragazza che si trovavano in acqua avevano in mano un'altra busta, colma di ricci. È stato chiesto loro di risalire dall'acqua e la polizia li ha identificati.

Ai tre verrà comminata una sanzione tra mille e seimila euro, conseguente alla violazione del decreto del 2017 di organizzazione dell'area marina protetta, decreto che consente la pesca dei ricci in determinati periodi, stabiliti nel calendario, determinato dall'ente gestore e approvato dal Ministero. La polizia municipale ha quindi provveduto a redigere i verbali, che verranno trasmessi alla Procura, che successivamente provvederà ad avviare il procedimento penale. I ricci, a seguito del sequestro, sono stati rimessi in libertà. Si è provveduto anche al sequestro di tutta l'attrezzatura in possesso dei tre trasgressori, probabilmente abituali pescatori di ricci.

"Importante risultato da parte della Polizia Municipale, con il corpo dei Barracelli. - commenta il sindaco Andrea Abis - In area marina protetta la raccolta dei ricci viene concessa a un numero ristretto di pescatori autorizzati. Attualmente la richiesta per il 2020 è al vaglio del Ministero. Tutelare il Sinis è una nostra priorità ed è una risorsa da coltivare, perché intorno alle sue bellezze ruota anche l'economia della nostra comunità. Auspichiamo che l'episodio di oggi non si ripeta, ma verso questo tipo di comportamento illegale nell'area marina protetta, per di più realizzato per fini commerciali, non ci sarà tolleranza alcuna".