La Nuova Sardegna

Oristano

L’Assl: «Niente terapia alla malata oncologica»

di Michela Cuccu
L’Assl: «Niente terapia alla malata oncologica»

La farmacia aziendale non applica la decisione presa dal giudice a favore della paziente

03 aprile 2020
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ORISTANO. Niente terapia sperimentale contro il mieloma multiplo per signora che il 24 marzo scorso si era vista dar ragione dalla magistratura. Il giudice aveva ordinato all'ospedale San Martino di somministrarle i farmaci salvavita. Ma al reparto di oncologia, quei medicinali, che dovevano essere ordinati dalla farmacia ospedaliera non sono mai arrivati perché la stessa farmacia ospedaliera aspetterebbe una ulteriore autorizzazione della Agenzia del Farmaco.

Ora, per consentire alla paziente di ricevere le cure tumorali, potrebbe intervenire nuovamente il tribunale. Ieri sera, l'avvocata Rossella Oppo, ha inviato una diffida all'assessorato regionale alla Sanità, all'Ats e alla Assl, intimando il rispetto dell'ordinanza e annunciando, se alla signora verranno ancora negate le cure, un ricorso ad una ingiunzione forzosa e la denuncia penale ma anche alla Corte dei Conti «per il risarcimento di tutti i danni subiti, a causa del procrastinato inadempimento, con ogni onere di spese a loro carico». In altre parole, se l’ordinanza tardasse ad essere rispettata, potrebbe aprirsi un’inchiesta penale.

E' una vicenda che ha del paradossale che va avanti con continui rimpalli di competenze fra i vari servizi interessati. Scrive nell’ingiuzione, l'avvocata Oppo: «Mi è stato riferito che la farmacia ospedaliera del San Martino non fornisce i farmaci necessari per la terapia col risibile pretesto che mancherebbe l’autorizzazione dell’Aifa».

Qualcosa non quadra: gli stessi farmaci, che sarebbero privi dell'autorizzazione dell’Agenzia Italiana del farmaco, vengano invece regolarmente somministrati in altri nosocomi, compreso l’ospedale di Nuoro, dove, fino a qualche mese fa, la paziente riceveva le terapie. Queste però sono state interrotte perché l’età della donna, 77 anni, non consentiva le trasferte per la chemio.

Proprio per questo motivo la paziente aveva chiesto di essere curata nell'ospedale della sua città. Secondo il suo legale, dopo una iniziale promessa dei medici dell’ospedale che si erano messi in comunicazione con i colleghi di Nuoro, per garantire le cure indispensabili, la retromarcia provocata dalla mancata autorizzaizone della Regione. Il motivo apparente ha lasciato perplessi i pazienti oncologici che si curano al san Martino: il reparto, attivo da 13 anni, non è mai stato riconosciuto come tale dalla Regione. La donna aveva così deciso di rinunciare alle cure. «Rischiando la vita», commenta l'avvocata, che tutela la paziente, assieme alle Associazioni Komunque Donne, Le Belle Donne, CittadinanzAttiva e Adiconsum. La diffida, inviata anche ai diversi responsabili dei Servizi che avrebbero dovuto assicurare l'avvio delle cure, non lascia spazio a troppe interpretazioni.

«Attribuiremo a chi non sta rispettando l'ordinanza ogni responsabilità per gli ulteriori pregiudizi che le condizioni di salute della signora potrebbero subire a causa dell’ingiustificato ritardo nella somministrazione della terapia salva vita. Subito dopo l'emissione dell'ordinanza, il direttore della "Qualità dei servizi e governo clinico" dell'assessorato alla Sanità, aveva ordinato di provvedere all'immediata somministrazione della terapia : è inammissibile che ancora la decisione del giudice non sia stata rispettata».

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