La Nuova Sardegna

Oristano

La solitudine della Pasqua, niente riti corali per strada

di Piero Marongiu
La solitudine della Pasqua, niente riti corali per strada

Santu Lussurgiu, si interrompe la tradizione dei canti della Passione del Cristo Cuglieri, stop alla processione del Penitente. Un crocifisso illumina Santa Maria

05 aprile 2020
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SANTU LUSSURGIU. Anche i riti della Settimana Santa subiscono l’emergenza. Le celebrazioni si terranno a porte chiuse e senza il concorso del popolo, che potrà seguirle attraverso gli strumenti messi a disposizione dalla tecnologia. Ai parroci viene chiesto di celebrare la liturgia in maniera quanto più semplice possibile. A coadiuvarli dovranno esserci soltanto pochissime persone, compresi i tecnici che assicureranno le dirette tv e streaming, due tre persone al massimo. Rimane il divieto assoluto di assembramento e l’obbligo di osservare il distanziamento sociale.

Oggi, domenica delle palme, ai fedeli viene chiesto di esporre un ramoscello di olivo e una foglia di palma come segno di ricordo dell’ingresso tra cori di giubilo di Gesù a Gerusalemme. A Santu Lussurgiu, la passione, morte e resurrezione di Cristo, saranno celebrati senza la suggestione dei canti eseguiti da Su Cuncordu ’e Santa rughe e Su Cuncordu ’e su Rosario e dalle consorelle e dai confratelli che per tradizione antichissima preparano i simulacri del Cristo e della Madonna per il triduo pasquale.

Quello del paese del Montiferru è uno dei riti più affascinanti e sentiti della Pasqua nell’isola. Ogni atto e ogni momento della quaresima si sono svolti come un atto penitenziale ancora più marcato. E Santu Lussurgiu non è il solo caso. A Cuglieri non ci sarà la processione del Penitente. Un rito antichissimo che simboleggia la salita di Gesù con la croce al calvario per essere crocifisso. Davanti alla chiesa di Santa Maria della Neve, da qualche giorno, svetta un crocefisso illuminato. Lo stesso che i cuglieritani esponevano alla venerazione per chiedere l’aiuto di Dio per superare le carestie, le malattie, le guerre, le pestilenze. «La croce, molto antica, è stata restaurata dai nostri artigiani, che vi hanno aggiunto un profilato che si illumina – spiega il sindaco Gianni Panichi –, e abbiamo pensato di posizionarla davanti alla chiesa».

Il triduo pasquale sarà celebrato a porte chiuse. Stesso discorso a Scano di Montiferro, Sennariolo, Seneghe e Bonarcado. Le porte delle chiese rimarranno chiuse, ma solo per contrastare il pericolo dei contagi. La devozione popolare nel Montiferru è più viva che mai e a rafforzarla, paradossalmente, è stato proprio il Covid-19. Il parroco di Seneghe, Don Antonello Serra, persona molto attenta ai bisogni del popolo a lui affidato, questa mattina impartirà una benedizione collettiva alle palme. Per ottenerla basterà che alle 9, ognuno nella propria abitazione, tenga in mano le palme e i ramoscelli di ulivo e reciti le preghiere previste. L’arcivescovo, monsignor Roberto Carboni, per i giorni che precedono la Pasqua, invita i fedeli a compiere piccoli gesti che richiamino la liturgia della settimana Santa.

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