La Nuova Sardegna

Oristano

Addio alla divisa per il vigile di Cabras

Addio alla divisa per il vigile di Cabras

Ieri ultimo giorno di lavoro per Giorgio Troncia, dopo 37 anni di carriera

22 aprile 2020
3 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Era il primo maggio del 1983 quando Giorgio Troncia indossò per la prima volta la divisa da vigile urbano. Dopo 37 anni esatti, il prossimo primo maggio, Giorgio concluderà la sua lunga carriera nel paese lagunare. Quello di ieri è stato ufficialmente il suo ultimo giorno in servizio. Un po’ di emozione trapela dalla voce dell’agente di polizia municipale mentre ripercorre con la mente le vicende vissute e le persone incontrate durante il suo percorso. «Dopo il diploma magistrale avevo iniziato a lavorare come insegnante, facevo supplenze a Cabras, Solanas, Riola e Baratili San Pietro.

Ma la ricerca di stabilità era l’obiettivo da realizzare, e dopo aver vinto il concorso nella polizia locale, decise di abbandonare l’insegnamento lasciando incompiuto l’esame di abilitazione. «Ho imparato col tempo che un vigile urbano è un factotum. Bisogna essere in grado di svolgere molteplici compiti, fare accertamenti, sbrigare le pratiche negli uffici e prestare servizio nelle strade, che è ciò che ho sempre preferito. Dirigere il traffico è una soddisfazione e lo era ancora di più d’estate, durante i miei primi anni di lavoro, quando non esistevano circonvallazioni e le auto che provenivano dai paesi del circondario transitavano nel centro di Cabras per raggiungere le spiagge – racconta, mentre ricorda gli insegnamenti ricevuti dal suo primo comandante, ormai in pensione, Salvatore Bichi – era molto esperto ed è stato per me un punto di riferimento – dice – conosceva bene le dinamiche della cittadina e i problemi che andavano affrontati per primi».

Lavorare all’interno del proprio paese oltre che un privilegio può essere anche molto complicato. Lo sa bene Giorgio Troncia, che nell’estate del 2000 subì un attentato: «Era la notte del 24 agosto quando la mia auto venne divorata dalle fiamme. Un gesto che ancora oggi non riesco a spiegarmi perché non avevo avuto alcuna discussione con la persona che appiccò il fuoco. Difficile restare sereni dopo un gesto simile». Ma fortunatamente non sono mancate le soddisfazioni e i ringraziamenti. «Una domenica mattina appena entrai in servizio, un uomo e una donna mi chiesero aiuto. Erano due compaesani emigrati a Genova che, come ogni anno, tornavano a Cabras per trascorrere le vacanze. Quella mattina non avevano trovato in casa l’anziana madre di uno dei due: la donna, che soffriva di Alzheimer, si era allontanata durante la notte. Riuscii a rintracciarla quasi subito, si trovava in ospedale in stato confusionale. Ancora oggi, quando rivedo i due, mi ringraziano come la prima volta. Sono bei momenti».

Col tempo il rapporto con cittadini e automobilisti è cambiato. «La tecnologia spesso ci ha privati del contatto diretto con le persone – afferma il vigile – ma ogni tanto capita ancora di trasformarci quasi in psicologi, specie quando ci troviamo a dover sedare liti tra vicini di casa». L’addio al lavoro arruiva in un periodo non felice: le strade sono vuote, le persone chiuse in casa. Ma questo ultimo giorno resterà comunque impresso nei suoi ricordi. Appassionato da sempre di sport, dopo aver partecipato due volte al campionato italiano di corsa della polizia municipale, Giorgio Troncia non vede l’ora di potersi dedicare ai suoi hobby: «Quando terminerà l’emergenza riprenderò ad allenarmi e seguirò le partite del Cagliari. Per adesso la cosa più importante è dedicarmi alla mia famiglia».

Valentina Atzeni

In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative