La Nuova Sardegna

Oristano

Il sindaco: «Il Consiglio solo su internet»

di Enrico Carta
Il sindaco: «Il Consiglio solo su internet»

Lutzu risponde all’opposizione: «Non ci sono le condizioni di sicurezza per riunirci di persona. Si fa tutto a distanza»

24 aprile 2020
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ORISTANO. La democrazia? Presente e viva. Lontana dalle aule, ma mai accantonata. Dopo un mese e mezzo di attenzione interamente focalizzata sull’emergenza, il dibattito politico è ripartito sui binari dello scontro tra opposizione e maggioranza. La nuova maggioranza, quella che aveva avuto appena il tempo di debuttare dopo le acrobazie durate dieci mesi e concluse appena prima di ritrovarsi alle prese col marasma del virus. Le critiche della minoranza, che due sere fa si era riunita in consiglio comunale rigettando la decisione di svolgere il consiglio comunale a distanza il 5 maggio, accendono la voglia di replica del sindaco Andrea Lutzu che per prima cosa mette i paletti sulle modalità e sulla lunghezza del Consiglio: «Non sarà una seduta da quaranta minuti, saranno ammessi tutti gli interventi che prevede il regolamento e gli emendamenti. L’unica cosa che non posso consentire è che l’assemblea si riunisca fisicamente».

Sindaco, l’opposizione le contesta però che il 5 maggio le misure restrittive saranno quasi certamente allentate, per cui non c’è alcun bisogno di svolgere il Consiglio a distanza.

«Siamo certi di questo? Io ancora non ho direttive in tal senso e nessuno può averle perché ancora non esiste un regolamento nazionale per la Fase 2. Mi attengo alle disposizioni in vigore, poi vedremo cosa deciderà il governo. Le norme attuali dicono che la possibilità di svolgere le sedute in remoto è quella che deve essere incentivata. A differenza di quanto dice l’opposizione, stiamo svolgendo a distanza le sedute di giunta, Fondazione Oristano, Consorzio industriale e gli incontri col prefetto e il questore o con la Regione».

Però proprio il consiglio regionale si sta riunendo e persino Sassari ha deciso di far ripartire l’attività in aula.

«Resto perplesso e non la penso come il sindaco Campus. Per svolgere la seduta dovremmo consentire l’accesso in aula a una quarantina di persone. Ci sono gli spazi? E se qualcuno per caso viene contagiato, chi è poi il responsabile di tutto ciò? Non voglio correre rischi e ricordo ai consiglieri di opposizione che qualche settimana fa erano loro i primi a essere preoccupati».

A proposito di sindaci, anche l’olbiese Nizzi ha sollecitato il presidente della Regione ad allentare la presa e prevedere la ripartenza.

«Non dimentichiamo quel che è successo con altre epidemie: la seconda ondata è stata peggiore della prima. Si riaprirà quando saremo al sicuro».

Tornando in casa nostra, le critiche riguardano il fatto che si stia andando ad approvare il bilancio di dicembre. Nel frattempo è cambiato il mondo e rischia di essere sorpassato.

«Va ancora bene questo e se arriviamo ora all’approvazione non è per la crisi della maggioranza. Il bilancio è pronto da 70 giorni e se non è stato approvato è perché ci sono stati rinvii legati anche a richieste dell’opposizione. Ora è solo in parte superato, ma ho già chiarito che faremo delle variazioni importanti e che spero anche siano concordate».

Non si può attendere e portarne in aula uno già rivisto?

«No, se non lo approviamo continuiamo a tenere bloccati alcuni ambiti dei servizi sociali e le opere pubbliche. In piazza Manno non stiamo lavorando perché non possiamo accedere al mutuo finché non approviamo il bilancio».

E le accuse di non aver pianificato il futuro? State amministrando da tre anni.

«Riflettiamo su quel che è successo negli ultimi 55 giorni, prima di dire certe cose. È in piedi la programmazione territoriale per 11 milioni e coinvolge anche Torregrande, Oristano Ovest, piazza Manno, le scuole. È assurdo dire che siamo fermi».

La accusano di essere troppo presenzialista. Di mettere il cappello su iniziative dei privati per appropriarsene.

«Chi dice questo non conosce Andrea Lutzu. Io mi comporto spontaneamente e senza secondi fini. Avrei fatto volentieri a meno di passare il tempo a consegnare mascherine o ricevere pacchi di pasta e formaggio».

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