La Nuova Sardegna

Oristano

Trans accusa: «Negato l’accesso al bagno donne»

di Enrico Carta e Davide Pinna
Trans accusa: «Negato l’accesso al bagno donne»

Scambio di accuse e lite verbale col proprietario di un bar davanti ad altri clienti Il titolare: «Rimproveri per problemi precedenti, lei non mi ha lasciato spiegare»

01 settembre 2020
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ORISTANO. Le porte sono quelle dei bagni di un bar. Uomini da una parte, donne dall’altra. Tutto nella norma o almeno così dovrebbe essere. Invece quando Giulia Carta, transessuale e attivista a livello nazionale del movimento trans italiano nonché responsabile per l’associazione Asce, imbocca la strada per entrare nella toilette femminile qualcosa non va per il verso giusto. Interviene infatti il proprietario del bar e nasce un diverbio che si conclude con due versioni opposte e uno scambio di accuse che continua anche con le dichiarazioni sulla stampa.

È mattina quando Giulia Carta, che sta consumando qualche bibita ai tavolini del Tharros Caffè, si reca ai servizi. Da questo momento in poi il resoconto della storia non combacia, ma che qualcosa sia successo lo confermano la discussione accesa tra i due davanti ad altri avventori e poi un post sui social. Lo scrive Giulia Carta: «Al Tharros Caffè, una donna trans non può entrare nel suo bagno. Mi è stato gentilmente indicato il bagno degli uomini. È ovvio che non possa rispondere altrettanto gentilmente a tale invito. Ricordiamoci che gli insulti possono essere proferiti anche con tutta la gentilezza del mondo».

Il post accende l’attenzione ben più di quanto non avesse fatto la discussione di fronte a qualche persona e Giulia Carta non esita a confermare la sua versione: «È tutto molto semplice, mi è stato impedito di accedere al bagno delle donne. Quando stavo per entrarvi mi è stato detto che altri clienti si erano lamentati per un uso improprio del bagno. Era chiaro che il riferimento era rivolto a me, ma ho cercato comunque di entrare perché è un mio diritto e mi è stato detto: ci stai entrando lo stesso». Come dire che l’avvertimento non era stato recepito. «A quel punto ho avuto una discussione col proprietario perché io nel bagno degli uomini non entro. A quel punto mi è stato intimato di allontanarmi non solo dal locale, ma anche dal gazebo sulla piazzetta. Sono stata discriminata e ho reagito. Rivendico il diritto di arrabbiarmi se non viene riconosciuta la mia identità come persona. E lui? Continuava a parlarmi al maschile».

Alessandro Nonnis, il titolare del bar, offre però una versione diversa e insiste sul fatto di non aver mai voluto discriminare la cliente: «Non avevo intenzione di impedirle di entrare nei bagni delle donne, non spetta a me giudicare e non posso negare quel servizio ai clienti. Ma se fosse stato rotto? Non mi ha lasciato nemmeno finire di parlare e ha subito alzato i toni».

Poi approfondisce. All’origine della discussione, ci sarebbe stato piuttosto il tentativo di chiarire alcuni episodi accaduti in passato: «Ho fermato Giulia perché volevo confrontarmi privatamente con lei sui comportamenti di persone che sono state al bar insieme a lei. Comportamenti che a mio parere non erano consoni a un locale pubblico e che hanno portato alcuni avventori a lamentarsi e a non venire più. Gliel’ho chiesto con la massima gentilezza, come ha riconosciuto anche lei nel suo post su Facebook. Ma non mi ha lasciato dire niente, io volevo solo risolvere questa situazione». Alessandro Nonnis afferma di non aver mai perso la calma e di non aver cacciato Giulia Carta dal locale: «Trattiamo tutti con rispetto, uomini donne o bambini. L’ho invitata ad allontanarsi perché era stata scortese e ha rivolto a noi che stavamo lavorando diverse offese».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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