La Nuova Sardegna

Oristano

Rogo in riva allo stagno, tensione tra i pescatori

di Enrico Carta
Rogo in riva allo stagno, tensione tra i pescatori

Santa Giusta, incendiata la barca del vice presidente della cooperativa Si indaga su possibili ritorsioni legate a qualche dissidio sul lavoro

07 ottobre 2020
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SANTA GIUSTA. Era in secca come ogni notte. L’acqua dello stagno era a due passi, ma a vincere è il fuoco e così si allungano ombre fosche sulla laguna dove torna l’incubo dei dispetti, delle minacce e persino degli attentati legati al mondo della pesca. È la prima pista che seguono gli inquirenti, dopo l’incendio doloso che ha ridotto la barca del vicepresidente della cooperativa pescatori che gestisce il compendio ittico a poco più di qualche pezzo di legno bruciato. L’incendiario ha atteso la notte per entrare in azione, poi, coperto dal buio, si è messo all’opera. Una volta appiccato il fuoco è nuovamente sparito, mentre la barca di Marco Pili andava in fumo.

Le assi si sono trasformate in tizzoni ardenti e l’intervento dei vigili del fuoco è servito a poco se non a evitare che la barca andasse distrutta del tutto, ma non certo a renderla utilizzabile. Il danno economico non è certo alto, ma quel che più preoccupa è che dietro il gesto possa esserci dell’altro ovvero una latente tensione tra i pescatori che è esplosa proprio nella notte di ieri. I carabinieri della stazione e della Compagnia di Oristano, coordinati dal capitano Francesco Giola, indagano per arrivare a un responsabile e ovviamente il primo pensiero è andato a possibili dissidi tra Marco Pili e qualche altro socio o dipendente della cooperativa, sebbene per ora non siamo emersi dettagli di rilievo o episodi particolari su cui orientare immediatamente il timone dell’indagine.

Una speranza in più la danno le telecamere del servizio di videosorveglianza comunale che sono puntate proprio su quella zona e potrebbero aver ripreso la scena e anche l’autore del gesto intimidatorio. Viene difficile ipotizzare che si possa essere trattato solamente di un atto vandalico, anche se per qualche ora a Santa Giusta più d’uno ha pensato che la banda del cerino si fosse messa nuovamente in azione e stesse colpendo a caso. Gli incendi ieri notte sono stati infatti due, il secondo è quello che ha ridotto a un rottame una Fiat Punto percheggiata in via Leonardo da Vinci. Appartiene a un poliziotto in pensione, ma dopo le prime verifiche effettuate dai vigili del fuoco, appare chiaro che si sia trattato di un corto circuito e quindi di un fatto accidentale.

Sgombrato il campo dall’ipotesi di un doppio attentato, le indagini si sono concentrate quindi su quanto accaduto in riva allo stagno, pur non scartando altre ipotesi che esulino dalla possibilità di dissidi interni al mondo della pesca. Che si tratti di problemi legati ad altri aspetti della vita sociale del vicepresidente della cooperativo? Possibile, ma il luogo in cui è stato compiuto il gesto e il fatto che sia stata colpita la barca da pesca lasciano intendere tutt’altro.

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