La Nuova Sardegna

Oristano

Colpo grosso a Capodanno i condannati sono tre

di Enrico Carta
Colpo grosso a Capodanno i condannati sono tre

Sono gli autori del furto alla Gioielleria Olla e il compro oro che ricettò il bottino Quattro ladri in azione il 31 dicembre 2017: due non sono mai stati scoperti

10 ottobre 2020
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ORISTANO. La febbre dell’oro ha un prezzo molto salato. Due dei quattro autori del furto di capodanno 2018, messo a segno al centro commerciale Porta Nuova, e colui che aveva provato a ricettare il bottino lo pagheranno con il carcere. Le condanne sono state decise dalla giudice Elisa Marras al termine del rito abbreviato e hanno pressoché ricalcato le richieste del pubblico ministero Marcello Floris. La più pesante è quella che ha subito Alberto Melis, disoccupato di 53 anni di Pabillonis, che dovrà scontate 7 anni, 9 mesi e 10 giorni. Un bel fardello grava anche sulle spalle del suo complice nel furto, il 31enne di Dolianova Andrea Piras, che deve fare i conti con la condanna a 4 anni e 6 mesi, mentre più lieve è la pena per il cagliaritano Roberto Pes, 60 anni anch’egli con origini di Dolianova. Titolare di un Compro Oro nel capoluogo sardo e accusato solo di ricettazione, si è beccato 4 anni, ma – i tre sono difesi dagli avvocati Marco Antonio Lisu, Pasquale Ramazzotti e Nicoletta Santucciu –.

Da Alberto Melis e Andrea Piras, il rivenditore di oro e gioielli usati aveva ricevuto una grossa parte dell’ingente bottino che i ladri si portarono via dal Porta Nuova, quando la città era impegnata a festeggiare l’arrivo del 2018. Tra fuochi d’artificio, balli in piazza e cene, Oristano era alquanto distratta. In quattro – due degli autori del colpo non sono mai stati individuati – erano arrivati con un furgone per compiere quel lavoro da nove ore che avevano studiato nei minimi dettagli. Qualche settimana prima, come se fossero clienti, avevano perlustrato attentamente tutto il centro, verificando il posizionamento delle telecamere e la presenza di tubi o ostacoli nelle pareti. Qualche giorno più tardi, avevano poi verificato che l’utilizzo del martello pneumatico non facesse scattare l’allarme dell’intero edificio. Appurato che nulla succedeva, alle 21 del 31 dicembre 2017 erano già sul tetto. I negozi avevano da poco abbassato le serrande e spento quasi tutte le luci, per cui quello era il momento per entrare in azione: avevano con sé uno smeriglio e una tenda per coprire la luce che avrebbero potuto fare le scintille.

Una volta aperto il passaggio nel soffitto, si calarono nel negozio di calzature Carpatinus, dribblando con mestiere i sensori dell’allarme che era stato comunque bloccato con un apparecchiatura speciale e comunicando tra loro attraverso trasmittenti. Evitavano i telefoni perché non dovevano esserci tracce della loro incursione che sarebbe proseguita, attraverso il negozio di abbigliamento Motivi, sino al punto in cui sapevano esserci il forziere col tesoro ovvero la gioielleria Olla.

Una volta entrati, puntarono diritti verso il caveau che si portarono via assieme al suo prezioso contenuto: tre chili e mezzo tra oro e gioielli di prima qualità, a cui vanno aggiunti mezzo chilo di oro usato, 1.400 euro di vestiti e 300 euro in contanti. Il tutto aveva un valore di alcune centinaia di migliaia di euro, se si considera il prezzo al cliente in gioielleria. Ci si poteva ben accontentare e riprendere la strada di casa che sembrava essere senza ostacoli sino a quando le indagini della Squadra Mobile non incrociarono il giusto indizio. Da lì all’arresto di un anno fa la strada fu in discesa.

Chiusa la fase penale, salvo appelli, il procedimento si sposta in sede civile. La Gioielleria Olla e il centro commerciale chiedono il risarcimento, dopo essersi costituiti parte civile assistiti dagli avvocati Caterina Cabiddu e Giorgio Ferrara. La gioielleria ha già ottenuto ieri una provvisionale di 50mila euro.

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