La Nuova Sardegna

Oristano

Mercato civico, arrivano le ruspe

Mercato civico, arrivano le ruspe

Abbattuto il fabbricato indipendente al lato del corpo principale, su cui però incombe il vincolo della Soprintendenza

05 dicembre 2020
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ORISTANO. Per politici e tecnici, il destino del mercato civico di via Mazzini è segnato: buttare giù e rifare da capo, con tempi che si allungano, accumulandosi ai ritardi ormai pluriennali, modifiche al progetto originario e la necessità di rintracciare nuove risorse. E ieri, chi si è ritrovato a passare per via Mariano IV ha avuto un piccolo assaggio di cosa dovrebbe accadere in futuro, con una ruspa che demoliva pezzo per pezzo il fabbricato indipendente collocato nel piazzale tra il corpo centrale e la strada. Una struttura ormai fatiscente, le cui condizioni si sono naturalmente aggravate in questi anni di abbandono del mercato. Non se la passa molto meglio il mercato vero e proprio, anche qui il recupero è ormai impossibile secondo i tecnici della Pellegrini Costruzioni, la ditta cagliaritana subentrata all'inizio dell'anno nei travagliati lavori che riguardano anche quelli pressoché conclusi per il parcheggio a due piani di via Mariano, e ormai non resta altra opzione che la demolizione e la ricostruzione ex novo. Ma lì le ruspe non arriveranno subito, anche perché potrebbe essere necessario l'intervento della Soprintendenza ai Beni Culturali. Il mercato civico di Oristano, infatti, è stato costruito nel 1956 dalla Società Tirrena Costruzioni. Gli stessi del palazzo So.Ti.Co. di piazza Roma, costruito al posto dell'antico mercato civico che sorgeva ai piedi della torre di San Cristoforo. Proprio per sostituirlo, la ditta si fece carico della costruzione della nuova struttura, al prezzo, significativo per l'epoca, di 57 milioni di lire. La legge su questo punto è molto chiara: qualsiasi immobile pubblico realizzato da più di cinquant'anni, e i cui autori non siano più in vita, può essere vincolato come bene culturale. Il mercato di via Mazzini non è inserito in nessun elenco ufficiale, ma qualsiasi intervento di demolizione dovrebbe comunque essere autorizzato dalla Soprintendenza. D'altra parte, dentro la struttura, un bene culturale ufficialmente vincolato c'è: è la fontana dei pesci rossi all'ingresso, progettata nel '55 da Antonio Corriga. Il monumento ora è impacchettato in un telo blu, voluto dall'amministrazione per proteggerlo dalle intemperie dopo l'abbattimento dei muri del mercato. In caso di demolizione, bisognerà trovare il modo di tutelarla da qualsiasi danno. Mentre i lavori nel parcheggio adiacente sono ormai praticamente conclusi, per il mercato civico si prospettano anni di attesa. Resta da capire come mai, in meno di cinque anni, il progetto di ristrutturazione del mercato sia diventato impraticabile: ammaloramento delle strutture dovuto agli anni di abbandono dopo la rescissione del contratto con la precedente ditta o errori nella fase progettuale? Nel frattempo il Comune continua a pagare 6 500 euro al mese per l'affitto dei locali di via Cimarosa dove vengono ospitati gli operatori sfrattati da via Mazzini. Il contratto di affitto è del 2016,; la spesa è già arrivata a 364 mila euro.

Davide Pinna

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