La Nuova Sardegna

Oristano

Appalti contestati, nuovi veleni a Cabras

Appalti contestati, nuovi veleni a Cabras

L’imprenditore Camedda torna ad accusare il sindaco, che non raccoglie il guanto di sfida: «Se ne occuperanno gli uffici»

27 dicembre 2020
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CABRAS. Il consiglio comunale dei veleni continua a disperdere le sue scorie anche dopo Natale. E non è detto che tutto rimanga nell’ambito politico-amministrativo. Ma andiamo con ordine. Lo scorso 17 dicembre il sindaco Abis intervenendo in consiglio comunale con proprie comunicazioni, in risposta a una lettera di un imprenditore locale, aveva dato la stura al malessere che da tempo covava anche dentro la sua maggioranza. Quella serata si è conclusa di fatto, il giorno dopo, con l’addio alla maggioranza delle consigliere Alessandra Lochi e Maria Carla Sanna. Adesso interviene nuovamente, con una lettera inviata al Comune, al Consiglio e alla giunta, e al responsabile dell’Ufficio tecnico, l’imprenditore, forse involontariamente artefice del terremoto in aula: Raffaele Camedda.

Una nota di due pagine impegnativa, la sua, sostanzialmente divisa in due parti. La prima di carattere procedurale dove si interviene sui lavori consiliari, sulla loro conduzione e su quali possano essere i metodi migliori per consentire il dibattito nelle forme più ampie e trasparenti ma nel rispetto delle regole condivise.

La seconda, decisamente più interessante, è dove Camedda, quasi a rappresentante degli imprenditori di Cabras, esprime sue perplessità sugli affidi alle imprese locali, accusando il sindaco di avere espresso sul tema concetti «confusi e imprecisi», e definendo la risposta sulle procedure per il restauro della chiesa di Santa Maria come «affermazione pesante..... delicata», confutandola con la sua lettura dell’episodio. «Per i lavori in discussione si è proceduto con una gara d’appalto, senza rispettare le procedure indicate negli articoli 60-61 e seguenti del Nuovo Codice degli appalti, senza rispettare la tempistica per la presentazione dell’offerta economica. Insomma, la necessità di provvedere ai lavori con urgenza e le difficoltà del momento non possono giustificare scelte che non sono previste dalla normativa vigente». Più avanti aggiunge: «Forse esiste una normativa locale che consente di superare le leggi dei lavori pubblici in virtù di una non meglio precisata fretta di procedere?»

La lettera, che pur fa gli auguri a tutti, ritiene il ragionamento di Abis «fuorviante e confuso, che esula dalla normativa suglia appalti. Attendo ancora chiarimenti».

Abis risponde a Camedda seccamente e tratta solo del primo punto, le procedure che regolano i lavori dell’aula. «Sulla questione sollevata dall’imprenditore Raffaele Camedda ho risposto abbondantemente, durante la scorsa seduta del consiglio comunale, per ciò che concerne l’aspetto politico. Gli ulteriori chiarimenti richiesti dall’imprenditore fanno riferimento a un aspetto puramente tecnico. Saranno gli uffici comunali a dare una risposta entro i termini di legge». I veleni dentro e fuori il consiglio forse continueranno a circolare a lungo.(g.cen.)

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