La Nuova Sardegna

Oristano

Estorsione al prete, a processo

di Enrico Carta
Estorsione al prete, a processo

Una donna di Bonarcado accusata di aver truffato e ricattato un sacerdote ottenendo 375mila euro

05 febbraio 2021
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ORISTANO. Un euro dopo l’altro si era arrivati a contarne 375mila. Bella somma, pensare poi che provenisse da un sacerdote fa ancora più specie. Ma lo stesso sacerdote, dopo aver dato fondo a gran parte se non a tutto il suo patrimonio, aveva dovuto mettersi alla ricerca disperata di soldi perché era entrato in una spirale dal quale non riusciva più a venire fuori. A trascinarlo, secondo le accuse mosse dal pubblico ministero Silvia Mascia, sarebbe stata Mariella Ore, 54 anni di Bonarcado. Per lei, dopo l’arresto dello scorso maggio e i domiciliari che sono stati accordati nei giorni scorsi, è arrivata la richiesta di rito immediato che però si è già tramutata in rito abbreviato dopo l’ulteriore richiesta presentata all’udienza di ieri, stavolta, dall’avvocatessa Federica Atzeni.

Sono quattro i capi d’imputazione di cui deve rispondere, visto che si parte dalla truffa e, passando per la sostituzione di persona e la tentata rapina, si arriva all’estorsione. La vittima è il sacerdote Don Franco Porchedda, che al processo sarà parte civile assistito dall’avvocatessa Anna Maria Uras e spera di essersi lasciato alle spalle gli anni terribili in cui sarebbe stato prima attirato in una trappola e poi vessato da Mariella Ore. Quest’ultima si era rivolta al sacerdote dopo aver architettato un piano che poi, visto l’esborso di denaro, era risultato efficace. Secondo le accuse figlie dell’indagine dei carabinieri, Mariella Ore aveva raccontato al prete di essere in gravi difficoltà familiari e di conseguenza economiche. Pur avendo un patrimonio di circa 4 milioni, non avrebbe potuto accedervi a causa del divorzio col marito. Per ottenere quei soldi avrebbe dovuto sborsare 175mila euro e, non avendoli, si era rivolta al prete promettendogli poi che gli avrebbe cointestato quei quattro milioni. Probabilmente mosso da cristiana carità, il sacerdote si era messo d’impegno e aveva racimolato il gruzzolo andando a chiedere una mano anche a parenti, amici e altri esponenti del clero.

Quello però era stato il passo falso che l’aveva portato a diventare bersaglio delle continue richieste di Mariella Ore che l’avrebbe ricattato, a volte aggredendolo fisicamente, altre volte imbastendo fantasiosi racconti, altre ancora fingendosi dipendente di questa o quella banca. Alla fine però, Don Franco Porchedda aveva scelto di denunciare tutto. E questo fu il modo per liberarsi dalle catene in cui era rimasto intrappolato.

Dopo l’arresto avvenuto a maggio, ora si arriva al processo che è stato fissato per il 24 giugno. Intanto però la giudice Federica Fulgheri, su richiesta della difesa, ha disposto una perizia psichiatrica sull’imputata, la cui azione potrebbe essere stata guidata da un disturbo legato alla ludopatia. Potrebbe essere un momento chiave prima del giudizio, visto che le stesse indagini hanno accertato che gran parte di quei soldi ricevuti, anziché andare tra i risparmi finivano nelle gettoniere dei videopoker.

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