La Nuova Sardegna

Oristano

Sequestrati i ricavi dello spaccio

di Enrico Carta
Sequestrati i ricavi dello spaccio

Ghilarza, tra i beni di Gianluca Sanna c’è una casa a Bosa. Chiesta anche la sorveglianza speciale

01 aprile 2021
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GHILARZA. La condanna in primo grado a sei anni e due mesi è freschissima. Risale ad appena tre settimane fa, intanto però il tesoretto dell’imputato finisce sotto chiave. Il collegio specializzato per le misure di prevenzione del tribunale di Cagliari ha infatti disposto il sequestro preventivo nei confronti del patrimonio del ghilarzese Gianluca Sanna. Ha 34 anni, ufficialmente è disoccupato e il suo nome legato alla gigantesca piantagione di cannabis scoperta a Teti nell’estate del 2018 e ad altre vicende di spaccio di droga figlie dell’inchiesta della Squadra mobile della questura di Oristano, denominata Texas Hold ’em.

Mentre attendeva che i giudici motivassero la sentenza che l’ha visto protagonista, si è improvvisamente ritrovato con le tasche vuote. La polizia di Oristano ha infatti dato seguito al provvedimento del tribunale di Cagliari e ha posto sotto sequestro preventivo un appartamento a Bosa del valore commerciale di 150mila euro, una macchina, conti correnti, libretti postali, buoni fruttiferi, polizze e altri valori a lui intestati. Il totale supererebbe di poco i 200mila euro ed è una somma particolarmente alta per chi, ufficialmente un lavoro non l’ha mai avuto. Per lo meno, non un lavoro riconosciuto come tale. I giudici ritengono quindi che tutto quel che è finito sotto chiave sia frutto di attività illecita, per la precisione di spaccio di droga, visto il caso giudiziario che l’ha visto coinvolto.

Il sequestro preventivo è un passo che precede una decisione ben più seria ovvero la confisca dei beni e l’acquisizione al patrimonio dello Stato. Il provvedimento può essere adottato in presenza di chiare prove del fatto che i possedimenti siano frutto di reati e questo è stato il compito che hanno portato avanti gli uomini della Divisione anticrimine della Questura, coordinati dal Servizio centrale anticrimine e coadiuvati dai militari della Guardia di Finanza.

La decisione dei giudici del tribunale di Cagliari è conseguente a questi accertamenti. Peraltro il provvedimento è uno dei pochissimi di questo tipo adottati in Sardegna, nonché il primo che riguarda persone della provincia di Oristano. Non essendo stato possibile entrare in possesso del gruzzolo che Gianluca Sanna avrebbe accumulato con l’attività di spaccio, si è quindi agito su una serie di altri beni. Usando la terminologia giuridica è un sequestro per equivalente, il valore dei beni corrisponde cioè a quello delle somme percepite con la presunta attività illecita.

Non è però la sola misura restrittiva a cui potrebbe andare incontro Gianluca Sanna: nel giugno dell’anno scorso, il questore aveva infatti chiesto che lo stesso venisse sottoposto anche alla misura della sorveglianza speciale, che prevede una serie di limitazioni alla libertà individuale. Sarà argomento di discussione anche questo nell’udienza fissata per il 20 aprile proprio di fronte al tribunale di Cagliari, dove si discuterà della questione del sequestro preventivo che potrebbe quindi diventare confisca. Bisogna ovviamente attendere per capire se gli avvocati difensori Carlo Figus e Antonella Piredda abbiano delle carte da giocare in favore del loro assistito. Qualora venisse infatti dimostrata la provenienza lecita del patrimonio finito sotto sequestro, non si procederebbe con la confisca dei beni e tutto tornerebbe in possesso di Gianluca Sanna.

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