La Nuova Sardegna

Oristano

«Sono state avvantaggiate alcune famiglie influenti»

di Enrico Carta
«Sono state avvantaggiate alcune famiglie influenti»

Si delineano meglio le accuse del procuratore che coordina l’indagine del Nas «In elenco anche un gran numero di parenti e amici di chi somministrava»

10 aprile 2021
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ORISTANO. «Mentre il Titanic andava a fondo, c’era chi veniva fatto salire sulle scialuppe lasciando annegare donne e bambini. Stando ai primi elementi raccolti, sarebbe accaduta la stessa cosa nella chiamata delle persone da vaccinare a Oristano e nel territorio». Il procuratore Ezio Domenico Basso usa un paragone con una storia conosciuta da tutti per descrivere quel che sarebbe successo sin dai primissimi giorni della somministrazione. Proseguendo con il paragone, ci sarebbe quindi chi è salito sulle scialuppe di salvataggio grazie a conoscenze, lasciando sul transatlantico ad affondare chi invece avrebbe avuto tutto il diritto di mettersi in salvo prima di altri.

Come nel caso delle scialuppe, anche le dosi di vaccino non sono certo sufficienti per tutti, motivo per cui in tantissimi hanno rischiato o rischiano di tutt’ora di finire sott’acqua. «Ribadisco che siamo in una fase assolutamente embrionale dell’inchiesta, ma abbiamo già elementi importanti per cui posso sbilanciarmi e dire che c’è stato un comportamento per lo meno moralmente riprovevole da parte di chi è ora indagato», prosegue il procuratore che, ufficialmente da ieri, ha iscritto quindici persone – sono medici e infermieri dell’Assl – nel registro degli indagati.

La procura ancora non fa nomi, però qualcosa inizia a trapelare sui confini entro cui si muove l’inchiesta e si scopre che parentele e amicizie non mancherebbero tra coloro che hanno ricevuto il vaccino pur non rientrando nelle categorie indicate dalle direttive. Dagli elenchi che la procura ha in mano, dopo le perquisizioni e l’acquisizione di documenti da parte dei carabinieri del Nas guidati dalla maggiore Nadia Gioviale, emergerebbe quasi un sistema, sicuramente una prassi per cui una parte delle dosi sarebbe direttamente finita in circolo nel corpo di chi non apparteneva alle categorie del personale sanitario, degli ospiti, dei dipendenti e dei volontari delle residenze sanitarie assistite, dei volontari del soccorso delle forze dell’ordine e poi via via sino agli ultraottantenni.

«Ci sono dei nominativi di persone accreditate come volontari, ma che non hanno mai praticato il volontariato in prima persona, ma anche parenti e amici di chi si occupava di fare le vaccinazioni e nessuno di questi rientrerebbe nelle categorie degli aventi diritto», prosegue il procuratore che poi alza ulteriormente il tiro: «Qualche famiglia oristanese, probabilmente più in vista di altre o comunque particolarmente influente, è riuscita a infilarsi nelle liste e le stesse liste sembrerebbe che abbiano più di una zona d’ombra».

L’ipotesi investigativa è che gli elenchi delle persone da vaccinare potrebbero essere stati compilati in maniera volutamente parziale così da far avanzare delle dosi e poter allora chiamare alla somministrazione i parenti o gli amici che già erano in preallarme e aspettavano solo che il telefono squillasse. Il pretesto sarebbe stato che altrimenti si sarebbero perse le dosi e parte dei carichi già esigui dei vaccini sarebbe andata perduta. Questo sarebbe stato uno spreco che, vista la carenza, nessuna Assl si può permettere. Allo stesso modo però sarebbe stato il grimaldello per riuscire a far salire sulla scialuppa di salvataggio qualcuno molto caro a chi doveva somministrare i vaccini. Alcune categorie di persone, poi, sarebbero riuscite a trovare il giusto pertugio in altra maniera. Come? Lo spiegheranno meglio procura e Nas nei prossimi giorni.

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