La Nuova Sardegna

Oristano

Ha l’Alzheimer, abbandonata dalla sanità

di Davide Pinna
Ha l’Alzheimer, abbandonata dalla sanità

Paziente di Siamanna attende una visita da tre mesi per avere una sedia a rotelle. Da nove mesi nessuna visita specialistica

18 aprile 2021
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ORISTANO. Tre mesi di attesa, per veder scritto sui certificati ufficiali ciò che i famigliari sanno benissimo: che la loro madre e moglie, affetta dal morbo di Alzheimer, avrebbe bisogno di una carrozzina. La protagonista di questa vicenda è una donna settantenne di Siamanna. La malattia, che inesorabilmente trasforma il volto dei cari in un viso sconosciuto, tra restrizioni e paura del Covid è ancora più difficile da gestire. Alessio Cau racconta la storia di sua madre e la prima cosa che vuole specificare è che non chiede un trattamento privilegiato: «Voglio solo che le sia riconosciuto ciò che le spetta, che si ponga fine a un disagio che va avanti da troppo tempo. Non attacco i medici, ma spero che qualcosa possa cambiare». Tre mesi possono sembrare pochi, viste le liste d'attesa della sanità pubblica, ma a viverli sulla propria pelle diventano un'eternità. «A gennaio abbiamo prenotato la visita fisiatrica necessaria per accertare i problemi di deambulazione di mia madre. Serve per l'assegnazione della sedia a rotelle e, in caso di un peggioramento futuro, per la consegna di un letto adeguato». C'è anche un altro aspetto, quella sedia a rotelle potrebbe consentire alla signora e ad un accompagnatore di uscire di casa in sicurezza, incontrare parenti e persone che possono fornire un supporto emotivo fondamentale per rendere un po' meno difficile la convivenza con l'Alzheimer. «Stando a quel che siamo riusciti a ricostruire – racconta Cau – c'è un solo medico in tutta la provincia che svolge questo tipo di visite a domicilio. Abbiamo provato a sollecitare e a informarci, ci è stato detto che non è possibile al momento fissare una data».

Così sono trascorsi due mesi e a breve anche il terzo, senza che al momento ci sia alcuna speranza di risolvere la situazione.

La vicenda della carrozzina, peraltro, è solo una delle tante difficoltà che la donna e i suoi famigliari stanno vivendo in questo periodo: ora la signora ha perso anche l'assistenza dello specialista che la seguiva.

«Mia madre, come tutti i pazienti nella sua condizione, ha un piano terapeutico che, oltre a dar diritto alle esenzioni, va aggiornato periodicamente per garantire che la terapia funzioni. Era seguita presso il centro UVA di Ghilarza da un medico che ora non lavora più lì. C'è un altro medico, ma ci è stato detto che ha già troppi pazienti. Così, da allora non riusciamo più a farci seguire come prima. L'ultima visita è stata a luglio del 2020, da allora solo contatti telefonici. Ma una paziente Alzheimer non dice come sta, bisogna cercare di ricostruirlo, e il dosaggio dei farmaci va regolato in base alle sue condizioni: le visite sono indispensabili».

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