La Nuova Sardegna

Oristano

Alla biblioteca i libri della grande sociologa

di Davide Pinna
Alla biblioteca i libri della grande sociologa

I familiari della professoressa Anna Oppo, scomparsa nel 2018, donano duemila volumi al Comune

12 agosto 2021
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ORISTANO. Nacque nel 1937 e, sempre a Oristano, nella casa di via Crispi, morì nel 2018. In mezzo una vita di successi accademici, che la portarono a essere riconosciuta come una delle madri fondatrici della scuola sociologica in Sardegna. Ora l’eredità culturale di Anna Oppo torna a casa, dato che la sua ricca biblioteca è stata donata dalla famiglia della professoressa di Sociologia dell’Università di Cagliari alla Biblioteca comunale.

Ieri si è svolta l’inaugurazione del fondo: duemila volumi, testi di sociologia, antropologia, economia, storia e filosofia che riflettono gli sfaccettati interessi scientifici di Anna Oppo. Saranno ospitati nei locali del Comune in vico Episcopio, dove già si trovano i fondi bibliografici storici e dove, in futuro, saranno conservati anche i testi antichi e di valore di proprietà del Comune. «A nome dell’Amministrazione e della cittadinanza – ha affermato l’assessore alla Cultura Massimiliano Sanna –, ringrazio i familiari della studiosa per questa donazione che ci permette di usufruire di un patrimonio bibliografico di grande interesse e, in diversi casi, non reperibile in altre biblioteche dell’isola».

Dopo essersi diplomata al liceo classico De Castro, Anna Oppo lasciò Oristano per Cagliari dove si laureò in Scienze politiche. Era solo l’inizio di una brillante carriera accademica, che proseguì con le tappe di Bologna e poi della prestigiosa Berkeley in California, l’università dove a metà degli anni Sessanta mosse i primi passi il movimento studentesco che avrebbe cambiato il mondo occidentale con le sue proteste. I primi interessi di Anna Oppo erano legati alla sociologia politica, e la sua prima esperienza professionale fu a Bologna nell’istituto Cattaneo come ricercatrice, poi arrivarono le cattedre di Urbino, Bologna e infine Cagliari.

Nel capoluogo sardo fu animatrice e protagonista del movimento femminista e anche il suo lavoro accademico si orientò verso le ricerche legate al ruolo delle donne in Sardegna, nelle aree urbanizzate come in quelle rurali, in un’epoca in cui l’isola affrontava la rivoluzione della sua prima industrializzazione, attraverso i piani di rinascita. Tanti studenti e futuri sociologi sardi hanno incrociato il suo percorso nelle aule dell’Università di Cagliari, ora tanti altri potranno affacciarsi sul mondo delle scienze sociali grazie alla possibilità di consultare e leggere la sua ricca biblioteca.

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