La Nuova Sardegna

Oristano

Dopo 40 anni restituiscono la sabbia

di Enrico Carta
Dopo 40 anni restituiscono la sabbia

Una famiglia di Roma ritorna a Is Aruttas per riportare i granelli presi come souvenir durante una vecchia vacanza

05 settembre 2021
2 MINUTI DI LETTURA





CABRAS. Sembrano solo minuscoli granelli in un mare di sabbia, ma sono molto di più. Sono il segnale che la consapevolezza sul rispetto ambientale sta crescendo di giorno in giorno, che le campagne di sensibilizzazione, i gruppi social e ovviamente anche i controlli e le sanzioni hanno il loro effetto. È così che la strada del ritorno verso casa è più agevole di quanto si creda.

Per quanto piccoli, quei vasetti pieni dei caratteristici sassolini di quarzo della spiaggia di Is Aruttas e di occhi di Santa Lucia esposti sino a qualche giorno fa nel bagno di una casa erano diventati troppo ingombranti per chi li possedeva. Ieri, dopo aver concordato l’appuntamento con l’amministrazione comunale e con l’Area marina protetta Sinis - Isola di Mal di Ventre, prima di raggiungere la sua meta delle vacanze nel Sulcis, una famiglia di Roma ha fatto una tappa intermedia. Tra bagnanti incuriositi, telecamere, macchine fotografiche e taccuini il piccolo Adriano, assieme alla mamma Fabiana Di Centa, hanno svuotato il contenuto di una bustina e di un vasetto di vetro. Sono poco meno di 150 grammi, ma vanno a sommarsi ad altri che sono stati restituiti alla spiaggia di Mari Ermi da altri turisti, un tempo raccoglitori di souvenir e oggi pentiti per quel gesto commesso tanti anni fa.

Il caso della famiglia romana è emblematico di come la mentalità rispetto al passato sia cambiata. La signora Fabiana era stata in vacanza in Sardegna coi suoi genitori: «Ero piccola – racconta –, sono passati quarant’anni e avevo sette anni, poco più degli anni che ha oggi mio figlio Adriano. Ero in vacanza coi miei genitori e allora non c’erano la consapevolezza e la cultura del rispetto ambientale che ci sono adesso. Portare via un ricordo del luogo delle vacanze era una cosa normale».

Così per tantissimi anni quei chicchi di quarzo sono rimasti in casa, «ma non era la loro casa». La decisione matura anche grazie alla pressione mediatica che sulla questione del rispetto dell’ecosistema e delle spiagge della Sardegna è sempre più forte. «Seguivo gruppi social della Sardegna a cui sono rimasta sempre affezionata – prosegue Fabiana Di Centa –, tra questi anche quello dell’associazione Sardegna Rubata e depredata e così ci siamo convinti. È un modo per educare anche il nostro figlio al rispetto dell’ambiente. Non è certo una gran quantità di sabbia, ma se il gesto serve a sensibilizzare altre persone lo facciamo ancora più volentieri».

Il tutto davanti al soddisfattosindaco Andrea Abis e al responsabile dell’Area Marina, Massimo Marras che annunciano anche i recuperi di sabbia della spiaggia gemella di Mari Ermi a cui se ne aggiungeranno presto altri con le restituzioni in via di definizione.

La strage

Famiglia sarda sterminata in Germania, sgomento nell'isola: «Le loro radici sono qui, tornavano spesso»

di Giancarlo Bulla
Le nostre iniziative