La Nuova Sardegna

Oristano

Genitori maltrattati, arrivano due condanne

di Enrico Carta
Genitori maltrattati, arrivano due condanne

La prima è per un diciottenne di Donigala accusato anche di tentata estorsione L’altro caso a Siamaggiore: coinvolto un 26enne già condannato in passato

01 ottobre 2021
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ORISTANO. Due case distanti pochi chilometri, due episodi simili. I figli prendono i loro genitori come bersaglio e trasformano le mura domestiche in un inferno. Vogliono soldi, li pretendono in tutti i modi e si scagliano contro persone che non possono difendersi da tanta violenza. L’ultima speranza per tutti è quella di denunciarli e così si arriva in tribunale. Due sono le sentenze pronunciate dai giudici tra ieri e due giorni fa. La prima è della giudice per le udienze preliminari Silvia Palmas che ha condannato a un anno e otto mesi un diciottenne di Donigala, accogliendo la richiesta del pubblico ministero Andrea Chelo.

Era accusato di maltrattamenti e di tentata estorsione dopo che, qualche mese fa, le forze dell’ordine erano dovute intervenire su richiesta dei genitori del ragazzo. Gli inquirenti avevano accertato che l’imputato si era continuamente scagliato contro il padre, che tra l’altro non godeva di buona salute per via di una grave malattia. Voleva continuamente soldi, raccontava di essere perseguitato dai creditori, ma quelle somme servivano soltanto a lui per soddisfare i suoi problemi di dipendenza. Oltre alle botte, al danneggiamento dell’auto e di mobili, le minacce anche di morte erano continue. La madre del ragazzo era dovuta scappare per evitare di essere picchiata, mentre in uno dei tanti diverbi col padre aveva impugnato un coltello e l’aveva puntato contro il genitore.

Arrivato a processo, difeso dall’avvocato Fabio Costa, ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Ha ottenuto la sospensione condizionale della pena e terminerà così anche il periodo di detenzione domiciliare che stava scontando in una comunità. Niente rito abbreviato invece per un giovane di Siamaggiore che deve comunque fare i conti con una condanna a due anni e otto mesi decisa dalle giudici del collegio Carla Altieri, Elisa Marras e Serena Corrias. Anche per lui l’accusa era di maltrattamenti ed erano i familiari il bersaglio delle sue violenze.

Rispetto all’altro processo, la differenza è che in questo caso la madre si è costituita parte civile, assistita dall’avvocato Andrea D’Andrea per vedere tutelata se stessa e il fratello dell’imputato che, da minorenne, aveva dovuto assistere alle violenze nei confronti della madre e del suo compagno. Vivevano tutti sotto lo stesso tetto ed è lì che il 26enne scatenava le sue ire minacciando di morte la madre e il compagno, danneggiando mobili e urlando continuamente parole offensive. Spesso poi non si fermava alle sole offese, ma si scagliava fisicamente soprattutto contro il compagno della madre. Nemmeno una precedente condanna per reati dello stesso tipo l’aveva fermato e così la madre era stata costretta a chiedere l’intervento delle forze dell’ordine e a denunciarlo una seconda volta. Nella precedente udienza il pubblico ministero Sara Ghiani aveva chiesto la condanna a cinque anni e nove mesi, mentre l’avvocato difensore Carlo Tortora aveva sollecitato l’assoluzione. Ha avuto ragione l’accusa, anche se la pena è stata inferiore alle richieste.

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