La Nuova Sardegna

Oristano

«Due esposti e iniziò l’inchiesta»

di Enrico Carta
«Due esposti e iniziò l’inchiesta»

Il primo testimone sui presunti concorsi truccati e le assunzioni pilotate all’Assl tra il 2014 e il 2018

29 ottobre 2021
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ORISTANO. «Nacque tutto da due denunce», dice il primo testimone. È il luogotenente del nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza Alessandro Enna. La prima delle due era contenuta in un articolo di stampa in cui spiegava che delle assunzioni interinali fatte all’Assl di Oristano durante la gestione targata Partito dei Sardi, 34 lavoratori su 106 provenivano da Macomer o da Marghine e Planargia, arre di riferimento del partito. La seconda denuncia la presentò invece in procura il consigliere regionale del Psd’Az: presidente della commissione consiliare alla Sanità, stava indagando proprio su quest’infornata di interinali e su alcuni concorsi appena svolti.

È la genesi dell’inchiesta Ippocrate ed è con questo salto all’indietro che si compie il primo passo per entrare per davvero nel processo che da essa è scaturito. Dopo il rinvio per le notifiche non andate a buon fine e i tempi richiesti dalla battaglia procedurale, che si è chiusa ieri con le eccezioni preliminari non accolte dal collegio giudicante – presidentessa Carla Altieri, a latere le giudici Elisa Marras e Serena Corrias –, cominciano le deposizioni e con esse la ricostruzione di quei fatti.

In aula ci sono sei delle tredici persone imputate, a vario titolo, nel caso dei presunti concorsi pilotati, delle assunzioni in cambio di voti e delle promozioni in posizione di vertice all’interno dell’Assl oristanese, negli anni in cui era l’orientamento politico di chi la guidava era ispirato dal Partito dei Sardi. I reati contestati vanno dalla corruzione alla frode in pubbliche forniture, dall’omissione di atti d’ufficio all’abuso d’ufficio, dalla rivelazione e utilizzo di segreto di ufficio all’induzione indebita nel dare o promettere utilità.

Tra quei sei imputati in aula, oltre alla dipendente dell’agenzia interinale E Work, la sassarese Agnese Canalis (difesa dagli avvocati Massimiliano Ravenna e Liliana Pintus), ci sono cinque tra coloro che, secondo i pubblici ministeri Armando Mammone e Marco De Crescenzo, hanno avuto un ruolo fondamentale nella presunta deriva illegale all’interno dell’Assl di Oristano tra il 2014 e il 2018. Sono Antonio Onorato Succu (difeso dagli avvocati Guido Manca Bitti e Roberto Olla), tutt’ora sindaco di Macomer, ma che è sotto processo per il suo precedente ruolo di primario di Ostetricia e ginecologia e responsabile del blocco operatorio dell’ospedale San Martino; l’ex direttore dell’Assl di Oristano Mariano Meloni (difeso dagli avvocati Vittorio Campus ed Enrico Meloni); l’ex consigliere regionale del PdS Augusto Cherchi (difeso dagli avvocati Pasquale Ramazzotti e Pier Luigi Meloni), primario di Anestesia e rianimazione al San Martino; Salvatore Manai (difeso dall’avvocato Antonello Spada), ex capo degli infermieri del blocco operatorio che viene ritenuto segretario provinciale del partito; Andrea Dore (difeso dall’avvocato Maurizio Serra), infermiere al San Martino e ritenuto il successore di Manai come responsabile del partito in provincia. Erano assenti tutti gli altri imputati ovvero l’ex commissaria dell’Assl Maria Giovanna Porcu, difesa dagli avvocati Guido Manca Bitti e Carlo Figus; Gianni Piras, ex responsabile delle professioni sanitarie, difeso dagli avvocati Luigi Satta e Aldo Luchi; Angelo Piras, ex responsabile del personale, difeso dagli avvocati Basilio Brodu e Lorenzo Palermo; Nicola Contarini, dipendente dell’agenzia interinale Tempor, difeso dall’avvocato Francesco Marongiu; l’ostetrica Angelica Faedda, difesa dall’avvocato Robert Sanna; Giovanni e Daniela Sanna, padre e figlia quest’ultima ostetrica all’Assl, difesi dall’avvocato Gianfranco Siuni.

L’attenzione era tutta rivolta alle prime parole del testimone che ha ricostruito come nacquero i due esposti: il primo, riportato per l’appunto dalla stampa, era figlio delle critiche che l’opposizione in consiglio comunale a Macomer fece al sindaco riferendosi proprio all’infornata di assunzioni a termine di macomeresi nell’Assl di Oristano, quasi fosse diventata un ripiego dopo le chiusure a raffica di fabbriche e aziende nella zona industriale del capoluogo del Marghine. Il secondo esposto fu quello del consigliere regionale sardista Angelo Carta e su questo il luogotenente ha detto: «Durante il successivo interrogatorio in procura consegnò alla polizia giudiziaria dei documenti. Erano i quiz su un concorso dell’Assl, alcune di quelle pagine erano scritte a mano». Sono le prime indicazioni, probabilmente, sull’anomala gestione dei concorsi, perché i test con le risposte corrette, secondo la procura, venivano consegnati in anticipo ai candidati “giusti”. Quelli che al PdS sarebbero stati graditi.

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