La Nuova Sardegna

Oristano

Sulle onde per battere le barriere della disabilità

di Paolo Camedda
Sulle onde per battere le barriere della disabilità

San Vero Milis. Gli atleti della Nazionale paralimpica preparano i Mondiali e raccontano le loro storie

01 novembre 2021
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SAN VERO MILIS. Sei atleti, sei storie. Sport e disabilità camminano assieme. Anche questo è l’insegnamento lasciato dalla Nazionale paralimpica di surf, che ha concluso il suo raduno a Capo Mannu, in preparazione del Surfing Paralympic World Championship, i Mondiali ISA dedicati all’Adaptive Surfing. Tre raccontano le loro storie, nelle quali lo sport ha avuto un ruolo fondamentale. «Ho iniziato a fare adaptive surf nel 2012 assieme a Massimiliano Mattei – racconta Lorenzo Bini, atleta paraplegico –, quando questa disciplina è arrivata in Italia. Dopo i Mondiali 2017-18 speravamo in un raduno federale, finalmente ci siamo e in un posto così bello come la Sardegna. La mia disabilità è frutto di un incidente stradale a 19 anni, che mi ha paralizzato dall’ascella in giù. Per la nostra condizione abbiamo dovuto adattare le tavole e non è semplice affrontare onde molto alte».

Nonostante i problemi, l’azzurro ha continuato a fare sport: «Sono stato nuotatore e istruttore di nuoto, ma come atleta mi sento parte di questo movimento del surf adattivo. A livello personale non ho raggiunto finora il podio, ma spero che con l’impegno possa arrivare. Ho già partecipato a un campionato alle Hawaii, ed è stata l’esperienza più bella della mia vita».

Matteo Fanchini è invece uno dei ragazzi ciechi del gruppo, campione di sci nautico oltre che azzurro nel surf paralimpico: «Ero un pattinatore professionista nel freestyle, ma per un incidente stradale ho perso la vista. Da allora mi sono dedicato ad altri sport: oggi sono nella Nazionale di sci nautico, dove ho vinto qualche medaglia, e di surf, ma sto portando avanti anche progetti nello sci alpinismo, per renderlo praticabile ai disabili con il windsurf e con i pattini. Questa è la quinta Nazionale che giro. Lo sport è la mia vita, per la cecità è stato un aiuto e un sostegno, anche se per molte discipline è necessaria la presenza di una guida. Il ritiro in Sardegna ci arricchisce e ci dà gli strumenti per migliorare. Stiamo facendo grandi passi avanti, anni fa era difficile allenarci con i normodotati e bisognava nascondere la nostra disabilità per poter andare in acqua».

Chantal Pistelli è l'unica ragazza e la più giovane del gruppo: «Sono nata con una plasia al piede destro. Ho praticato il trekking, il windsurf, la vela, poi circa quattro anni fa, ho iniziato a fare surf con l’associazione di Massimiliano Mattei. Nel 2019 ho avuto l’onore di fare il mio primo Europeo con la federazione. Essere la prima e al momento unica donna in squadra è per me una grossa responsabilità. Quello di dicembre sarà il mio primo Mondiale e non nascondo l’emozione. Lo sport mi ha aiutato ad accettare la mia situazione, perché ti mette alla prova e ti fa scoprire il tuo corpo e le sue potenzialità. Sono molto felice di fare il primo raduno con la Nazionale qui in Sardegna e ringrazio i sardi per l’ospitalità che ci stanno dando. Auspico di essere di ispirazione per altre ragazze a praticare questo sport».

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