La Nuova Sardegna

Oristano

Religione

Il parroco non accompagnerà più la bara nei funerali della diocesi di Oristano

di Michela Cuccu

	Monsignor Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano
Monsignor Roberto Carboni, arcivescovo di Oristano

La decisione dell’arcivescovo legata alla carenza di sacerdoti. In caso di più morti si può fare un unico funerale

2 MINUTI DI LETTURA





Oristano Niente cortei funebri e, possibilmente, un unico funerale in caso di più defunti. È destinata a mutare notevolmente le tradizioni dei fedeli, il decreto dell’arcivescovo che detta nuove regole per i funerali. Dal cinque marzo, in tutta l’arcidiocesi arborense non saranno più consentiti i cortei funebri prima e dopo la messa esequiale. Troppo pochi e anziani i sacerdoti, molti dei quali con più parrocchie da amministrare e la non autorizzazione dei cortei da parte delle autorità civili «che non garantiscono il servizio d’ordine e il controllo del traffico e, come conseguenza, la responsabilità del corteo ricadrebbe esclusivamente sul parroco». Spiega così, l’arcivescovo Roberto Carboni, in una lettera rivolta a «parroci, vicari parrocchiali, sacerdoti collaboratori e diaconi e a tutti i Fedeli laici» le motivazioni che hanno portato all’emanazione del decreto che sarà in vigore in tutta l’arcidiocesi arborense.

«Il nuovo contesto pastorale ha imposto una revisione radicale degli impegni dei parroci e della presenza pastorale dei presbiteri nelle varie comunità, orientando verso scelte nuove e stimolando la riflessione su come armonizzare la cura della comunità cristiana», scrive ancora monsignor Carboni. I funerali sono dunque destinati a diventare molto più essenziali e il parroco non accompagnerà più la bara in cimitero. Il decreto stabilisce infatti che i funerali «Dovranno essere curati con particolare attenzione il rito di accoglienza del feretro nella chiesa e la celebrazione della Santa Messa; la celebrazione delle esequie si concluda sempre, in chiesa, col previsto rito dell’Ultima Raccomandazione e del Commiato» e invita i parroci «quando è possibile, a non celebrare le esequie nel giorno di domenica o in occasione di solennità di precetto, ma che vengano spostate al giorno successivo».

Resta immutato invece il ruolo delle Confraternite e di altre associazioni, ad esempio, nel coinvolgere i confratelli alla preghiera e portare conforto alle famiglie dei defunti.

Primo piano
L’emergenza

Nell’inferno di Patologia medica: 1 infermiere per 12 pazienti

di Luigi Soriga
Le nostre iniziative