La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso giudiziario

Bimba contesa: condannata a 10 mesi la madre, assolto il padre


	Il momento in cui la donna venne accompagnata in caserma per affidare la figlia all'ex compagno
Il momento in cui la donna venne accompagnata in caserma per affidare la figlia all'ex compagno

La donna è colpevole di non aver rispettato le disposizioni dell’autorità giudiziaria, ma non di sottrazione di minore. L’ex compagno non è autore di lesioni colpose

21 dicembre 2023
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Oristano È finita con la condanna e 10 mesi della madre e l’assoluzione del padre il processo legato al caso della bimba contesa tra i due genitori. La sentenza è stata pronunciata alle 14 di oggi, giovedì 21 dicembre, dalla giudice Paola Bussu. Si chiude così la partita legata al procedimento penale in cui i due protagonisti si erano denunciati a vicenda. La donna di Baressa era accusata di non aver rispettato il provvedimento del giudice che la obbligava a far vedere la figlia al padre e di sottrazione di minore – per quest’ultimo reato è stata assolta –. L'ex compagno e padre della bambina che oggi ha sette anni era invece accusato di lesioni colpose.

In una delle precedenti udienze, il pubblico ministero Daniela Caddeo aveva chiesto la condanna a un anno e quattro mesi per la signora e a 400 euro di multa per l’ex marito. I difensori di quest’ultimo, Valerio Mazzatosta e Mario Gusi, dopo aver sollecitato l’assoluzione per il proprio assistito avevano invece chiesto una provvisionale di 10mila euro e il successivo risarcimento del danno subito dal padre, al quale, così dice la sentenza, era stata negato il diritto alla genitorialità da parte della mamma della piccola.

Al contrario l’avvocato Basilio Brodu che tutela la signora, aveva chiesto l’assoluzione per lei perché il reato di sottrazione di minore è già stato giudicato dal tribunale di Viterbo che ha archiviato il caso ritenendo la donna non imputabile di alcun reato, così come in precedenza era stata archiviata una denuncia nei confronti dell’uomo per maltrattamenti.

La storia era iniziata proprio a Viterbo nel 2017. La madre della bimba, che in quel momento viveva nella cittadina laziale, si era presentata in questura a denunciare i presunti maltrattamenti subiti dal marito. Subito dopo questi presentò una denuncia per sottrazione di minore e a quel punto iniziò l’interminabile vicenda giudiziaria. Il giudice aveva dapprima ordinato che la bimba venisse riportata a Viterbo in modo da essere tutelato il diritto alla bigenitorialità, incaricando i servizi sociali del Comune di Baressa, in cui la mamma vive tutt’ora, affinché eseguissero il provvedimento. La mamma però si oppose e non consegnò la figlia, così il giudice fece l’ulteriore passo e decise che a eseguire il prelievo fossero i carabinieri. La bimba dal 2018 vive col babbo nella città laziale e la madre la può incontrare a settimane alterne e solo in struttura protetta alla presenza di assistenti sociali. Nell’ultimo anno, non ha avuto modo di vedere la bambina.

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