La Nuova Sardegna

Oristano

La ricerca

Una città nuragica sotto lo stagno di Cabras

di Paolo Camedda

	Veduta aerea di Conca Illonis
Veduta aerea di Conca Illonis

Uno studio di un architetto fornisce possibili tracce di un insediamento sotto Conca Illonis

11 febbraio 2024
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Cabras Uno studio approfondito ipotizza scenari clamorosi nel Sinis. «Una rete geometrica di 75 nuraghi, 5 dei quali censiti per la prima volta, costruiti secondo una logica ben definita, e disposti su due assi principali, Nord-Sud ed Est-Ovest, che convergono verso un'evidenza, una grande città sommersa nello Stagno». L'architetto paesaggista Giuseppe Sanna ha presentato sabato nell'auditorium del Centro polivalente di Via Tharros, il risultato del suo studio sul Sinis, frutto di una ricerca durata nove anni e pubblicata sulla rivista scientifica internazionale “Restauro archeologico”.

Di fronte ad una vasta platea, Sanna ha esposto quello che è stato il suo lavoro. «Ho titolato il mio articolo “Dalle connessioni visive dei nuraghi del Sinis alla città nuragica sommersa di Conca Illonis nello Stagno di Cabras”, facendo in questo l'unico azzardo. La mia vuol essere una sfida su un nuovo orizzonte della ricerca». Partendo dalle connessioni visive dei nuraghi del Sinis da San Giovanni a Mont'e Prama (direttiva Nord-Sud), e dal mare allo Stagno di Cabras (direttiva Est-Ovest), grazie all'utilizzo delle mappe disponibili sul geoportale della Regione, sulle quali ha applicato i moderni strumenti dell'architettura paesaggistica, Sanna ha elaborato un modello geometrico in grado di spiegare perché i nuraghi sono disposti in quel modo sul territorio.

«La mia ipotesi è che ci fosse un'ottima organizzazione da parte dei nuragici della gestione del territorio e questo mi ha condotto poi all'evidenza della probabile presenza di un grosso insediamento sommerso a Conca Illonis, sito già noto agli storici dalla fine dell'Ottocento. Gli archeologi saranno poi chiamati a verificare, sulla possibile presenza di una grossa città sommersa sotto le acque dello Stagno». Il modello sviluppato da Sanna avvalla anche l'ipotesi storica dei nuraghi come strutture difensive: «Secondo me i nuraghi passavano un'informazione, che può essere di allarme, attraverso un messaggio sonoro-visivo. Nella mia ricerca ho individuato due sentieri principali: il sentiero A, che inanella tutti i nuraghi da Nord a Sud, da San Giovanni fino a Mont'e Prama, con una serie di intrecci, e il sentiero B, che inanella tutti i nuraghi dal mare allo Stagno. Il sentiero A era spezzato, ma stabilendo che c'era un modulo di distanza fra un nuraghe e l'altro, sono riuscito a trovare i nuraghi mancanti».

Nel Sinis i nuraghi sarebbero stati strutture di difesa della città sommersa di Conca Illonis. «Queste strutture, semplici o complesse, consentivano di proteggere la città in maniera sinergica e intelligente – afferma Sanna – poiché il sistema di allerta, viaggiando velocemente da un nuraghe all'altro, trasmettendo rapidamente le informazioni dal punto più distante fino alla città». La palla passa agli archeologi, chiamati a verificare se in quell'area, come riporta Sanna nel suo studio, vasta «19 ettari separati unicamente dalla striscia di terra della conca», si celi effettivamente un tesore.

La Fondazione Mont'e Prama avvierà per la prima volta nei prossimi mesi, partendo da quella zona, una ricerca subacquea nello Stagno.

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