La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

«È sul suolo pubblico», costretta a spostare il presepe che a Sedilo rappresenta Gaza

di Maria Antonietta Cossu

	Il presepe spostato sul muro della casa della persona che l'ha allestito
Il presepe spostato sul muro della casa della persona che l'ha allestito

L’autrice Pina Lampreu l’ha rimosso e sistemato sul muretto di casa dopo l’avviso della polizia locale. L’episodio accende lo scontro in consiglio comunale

14 marzo 2024
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Sedilo Quel presepe non può stare sulla pubblica via, deve essere rimosso. È più o meno con queste parole che, all’incirca un mese fa, la polizia locale ha esortato una residente a liberare il marciapiede prospiciente l’uscio di casa, sul quale a dicembre aveva rappresentato la tragedia che si sta consumando a Gaza duemila anni dopo la Natività in Betlemme. La donna ha seguito le disposizioni del vigile e ha sistemato l’allestimento sul muretto di cinta del giardino, ma la faccenda non si è chiusa lì e, dopo qualche strascico polemico sui social media, è diventata un caso istituzionale.

La questione è stata sollevata una manciata di giorni fa in consiglio comunale dal capogruppo della minoranza, Gianni Meloni, interpellato tramite lettera da Pina Lampreu, moglie dell’ex sindaco Antonio Frau. La signora ha fatto recapitare la stessa missiva anche al sindaco Salvatore Pes e al coordinatore della maggioranza Salvatore Putzolu. L’autrice rivendicava la finalità dell’iniziativa, volta a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’inferno che stanno vivendo le popolazioni civili in Palestina. Ha riconosciuto la legittimità dell’ingiunzione, ma tra le righe ha fatto trapelare le sue riserve alle reali motivazioni del provvedimento disposto dal Comune.

«Ho voluto fare un presepe che raccontasse la realtà della Palestina di oggi, in tragico contrasto con la rappresentazione che si fa di quanto avvenne in quella regione oltre 2000 anni fa. Il presepe tradizionale vuole essere un messaggio di speranza, la mia voleva essere la narrazione di una realtà di sofferenza e disperazione», ha premesso Pina Lampreu ricordando le 30mila persone uccise a Gaza dai soldati israeliani e le sofferenze indicibili inflitte ai sopravvissuti ai bombardamenti negli ospedali e alla fame. «Questo volevo raccontare con il mio presepe – ha ribadito l’autrice –. Mi sono ripromessa di rimuoverlo solo quando fossero cessati il fuoco e il genocidio, quando fosse tornata una speranza di pace. Com’era suo dovere, il vigile mi ha detto che si trattava di occupazione indebita di suolo pubblico. Motivazione ineccepibile, anche se ingombravo un metro quadro del marciapiede, molto meno di quanto se ne possa indebitamente occupare in varie forme nel centro abitato. Tra l’altro in un contesto come quello della periferia dove io abito, dove risulta perfino rischioso camminare sul marciapiede sconnesso, dove per quasi tutto l’anno crescono rigogliose le erbacce e si depositano rifiuti a lato della mia abitazione. Ho provveduto a rimuovere il presepe. Qualcuno, o forse lei stesso si sentirà più tranquillo», ha commentato rivolgendosi al sindaco.

Ancora più caustico il capogruppo di Prospettiva Comune. Dopo aver condannato il massacro compiuto il 7 ottobre da Hamas «con una ferocia inaudita», e la rappresaglia di Israele su migliaia di bambini, donne e uomini inermi, e dopo aver definito la guerra di Netanyhau un genocidio, Gianni Meloni ha domandato al sindaco se «Il Comune agisce nei confronti di tutti quei cittadini che occupano indebitamente il suolo pubblico con la stessa solerzia con cui ha ingiunto alla signora di liberare il marciapiede. O si usano due pesi e due misure? Ci sono innumerevoli esempi sotto gli occhi di tutti per i quali non si interviene, mentre, se proprio un’eccezione andava fatta, doveva essere sulla rappresentazione di questa tragedia», ha dichiarato Gianni Meloni.

In aula non si è parlato apertamente di dietrologie o posizioni ideologiche, tuttavia il sindaco le ha implicitamente escluse sostenendo che al di là dell’apprezzabile iniziativa non si potesse derogare alle regole. «La finalità è indiscutibile, anch’io lo considero un bellissimo gesto, ma ci sono pervenute delle segnalazioni e siamo dovuti intervenire. Usiamo lo stesso trattamento con tutti, interveniamo ogni volta che ci arrivano le segnalazioni», ha replicato Salvatore Pes. Ma Gianni Meloni ha obiettato: «I controlli devono essere fatti a prescindere».

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