La Nuova Sardegna

Oristano

Musica

Girandola di nomi d’alta scuola per il Festival Dromos

di Caterina Cossu

	Il Bad blues quartet
Il Bad blues quartet

Pressoché completo il cartellone dei concerti estivi in programma dal 19 luglio al 25 agosto. Ai big già annunciati si aggiungono altri musicisti di rilievo internazionale

04 giugno 2024
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Oristano Si arricchisce ancora il cartellone di Dromos, attesa e storica rassegna di musicale estiva che anche quest'anno per la sua ventiseiesima edizione porterà in giro per i luoghi più belli della provincia di Oristano nomi di fama mondiale, da fine luglio fino a dopo Ferragosto. Dopo le conferme di artiste e artisti del calibro di Jan Garbarek, Fatoumata Diawara, Goran Bregović, Fiorella Mannoia, Francesco De Gregori, Hiromi, Roberto Fonseca, il quartetto di Brad Mehldau, Chris Potter, John Patitucci e Jonathan Blake si aggiungono tra i protagonisti la cantante e pianista cubana Aymée Nuviola, il poliedrico e rivoluzionario progetto della Murubutu & Moon Jazz Band, il misterioso e italianissimo duo dei C'mon Tigre, il compositore, produttore e polistrumentista londinese DoomCannon, l’inglese suonatore di tuba Theon Cross, la formazione sempre londinese dei Blue Lab Beats, il pianista vincitore di Grammy Bill Laurance, il jazz etnico del polistrumentista maliano Baba Sissoko, l’olandese Jett Rebel e la sua Bad Blues Quartet. Giocano in casa i Cordas et Cannas, ultima ma non meno importante formazione che si aggiunge al programma.

Dal 19 luglio al 25 agosto c'è solo l'imbarazzo della scelta per rinnovare l'appuntamento con il festival Dromos, organizzato dall’omonima associazione culturale con la consueta formula itinerante tra vari centri e località della provincia. Si spazia da Oristano alla frazione del capoluogo Donigala Fenughedu, da Fordongianus a Morgongiori, da Neoneli a Cabras, passando per Marrubiu e Nureci, fino a Tadasuni, nuovo ingresso nel circuito di Dromos.

Il titolo dell'edizione numero XXVI è Change. Puoi, un titolo che suona come un invito a riflettere sullo stato attuale del mondo e sull’urgenza di un cambiamento cui ognuno può contribuire. Perché se il futuro si presenta incerto, come sottolinea la curatrice d’arte Chiara Schirru, insieme ai rischi riserva anche «grandi opportunità e ogni individuo è chiamato a decidere se piegarsi agli eventi o ascoltare quell’esortazione all’azione, quel “you can” generato dalla parte più profonda e sapiente del nostro sentire, che spinge verso una visione dell’uomo e del mondo unitario e omnicomprensivo, capace di oltrepassare ogni frammentazione, ogni confine fisico, mentale e culturale».

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