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Oristano

Politica e viabilità

Piazza Manno, semaforo rosso alle auto e l’assessore è costretto a fermarsi: «Giunta esautorata»

di Enrico Carta
Piazza Manno, semaforo rosso alle auto e l’assessore è costretto a fermarsi: «Giunta esautorata»

La mozione della minoranza contro la riapertura al traffico fa breccia anche nella maggioranza: il dibattito ripartirà in commissione. Ivano Cuccu se la prende anche coi suoi

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Oristano Pedonale o aperta al traffico? Oppure, ulteriore ipotesi, pedonale in certi giorni e orari e con le macchine in tutti gli altri giorni e orari? Il consiglio comunale si ferma a riflettere, rimanda il caso piazza Manno alle commissioni per un nuovo e approfondito esame prima di deciderne il futuro e lascia di stucco l’assessore Ivano Cuccu che replica con tono tra il contrariato e il molto contrariato agli interventi dei consiglieri comunali appena intervenuti in aula. Compresi quelli che pensava stessero dalla sua parte. Se si fosse votato, probabilmente, la mozione sulla vocazione pedonale della piazza presentata dalla minoranza di centro sinistra – primo firmatario Umberto Marcoli – non sarebbe passata, nonostante tutte le chiarissime contraddizioni emerse nel centro destra. In maggioranza molti tentennano per non andar contro l’assessore e per non dar fiato all’opposizione, ma in realtà sono molto combattuti sul voto favorevole alla riapertura al traffico. Altri invece non hanno proprio espresso dubbi dicendo chiaramente che le auto lì non le vogliono. Non ora, per lo meno.

Comunque coi se e coi ma non si fa la storia e non si può nemmeno pronosticare come sarebbe andata a finire. L’unica cosa che si può predire è che la riapertura al traffico non appare più vicina: si è deciso infatti di fare un’analisi approfondita di tutti i pro e di tutti i contro che accompagnerebbero la decisione di tenerla pedonale. Ribaltando l’ordine degli interventi, quello che ha suscitato maggiore interesse è stato quello dell’assessore alla Viabilità Ivano Cuccu che, fiutando l’aria che tirava, ha fatto buon viso a cattivo gioco non rinunciando però a far capire soprattutto alla sua maggioranza che stava commettendo un grave errore. Ha iniziato col dire che quella piazza non è nata per essere pedonale e che pedonale lo è diventata per caso e per una situazione che doveva essere temporanea. Poi ha alzato il tiro ricordando che a Oristano ci sono 750 macchine ogni 1.000 abitanti, cifra spropositata, e che quelle macchine non spariscono d’incanto, per cui: «È inutile fare piazze dove le macchine non passano».

È andato avanti ricordando che più di una volta ha avuto confronti con la maggioranza, tenendola informata di tutto e del perché sia favorevole alla riapertura della piazza, il tutto in stretta correlazione rispetto al prossimo Piano urbano della mobilità sostenibile. Quindi ha tirato la sua stilettata: «La giunta oggi viene esautorata dalle sue funzioni», evidenziando che nel dibattito ha riscontrato «solo tanta confusione. Comunque è giusto che sia il consiglio comunale a decidere, io non proferirò verbo». E se la piazza rimarrà chiusa «a chi verrà a lamentarsi risponderò che la decisione è stata presa dal Consiglio» e che i disagi saranno frutto «della volontà del Consiglio». Dopo di che, con accordo unanime tra i non tanti consiglieri ancora presenti alla seduta, si è deciso di ritirare la mozione, di portare l’argomento all’esame di varie commissioni (Viabilità, Attività produttive, Lavori pubblici, Cultura e Turismo) e di prendere una decisione guardando la globalità della situazione. Tirando le somme: il centro destra evita di andare al voto su un argomento per il quale difficilmente avrebbe trovato unità, se non quella di facciata; il centro sinistra si accontenta di aver messo in difficoltà chi, restando compatto, avrebbe comunque avuto dalla propria la forza dei numeri per bocciare la mozione; il sindaco non ha rischiato di andare sotto e la possibilità che ciò accadesse non era bassa; l’assessore assapora il gusto poco piacevole di uno stop ai suoi piani sulla viabilità, proprio come il poeta Umberto Saba faceva in una situazione decisamente più piacevole quando nei suoi versi declamava: «E della birra mi godo l’amaro».

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