Un chilometro di reti da pesca rubate nello stagno di San Giovanni
La denuncia dei vertici del Consorzio di Marceddì
Oristano Barche che navigano le acque degli stagni senza autorizzazione, pescatori di frodo e ladri di reti. Negli stagni del Terralbese non c’è pace. Ne sa qualcosa il presidente del Consorzio pesca Marceddì, Antonio Loi che spiega di essersi rivolto anche di recente al Corpo forestale per sollecitare maggiori controlli nelle acque demaniali. «Nonostante gli stagni demaniali siano stati assegnati in concessione al Consorzio che oltre alla pesca ha il compito di regolamentare l’accesso delle imbarcazioni, a San Giovanni c’è chi continua a far finta di nulla», dice il presidente che racconta di una guerra impari che si consuma nello stagno di San Giovanni.
«Mettono le imbarcazioni in acqua e se uno di noi gli spiega che non può farlo invitandolo a portar via il natante, ci rispondono con arroganza, sostenendo che tutti hanno diritto di entrare nello stagno perché lo specchio d’acqua è demaniale. Non si rendono conto che queste cose danneggiano chi della pesca nelle acque interne ci vive e che noi non siamo dei prepotenti: semplicemente stiamo difendendo il nostro lavoro. Per questo ci siamo rivolti al Corpo forestale: questi soprusi devono finire». Ed aggiunge: «Ci sono i ladri di pesci che la notte vengono con le loro imbarcazioni a fare razzia. Non si limitano a pescare di frodo ma rubano anche le nostre reti. Al socio di una cooperativa che fa parte del Consorzio qualche giorno fa ne hanno rubate addirittura dieci. Un danno enorme che nessuno ripagherà», prosegue il presidente che spiega come la pesca abusiva abbia spesso e volentieri risvolti pericolosi anche per la salute delle persone.
«Di recente abbiamo registrato le lamentele da parte di intere famiglie finite in ospedale per aver mangiato arselle non certificate che avevano acquistato da una persona che le aveva portate a casa loro. Sicuramente molluschi che erano stati presi in zone dove non c’è la vigilanza della Asl, dunque prive di controllo sanitario e dove nemmeno noi andremmo mai a pescare perché conosciamo bene i rischi che ne deriverebbero. Sembra incredibile – prosegue il presidente del Consorzio Marceddì – ma ancora nel 2025, nonostante le continue raccomandazioni che arrivano da più parti, c’è chi ancora insiste a consumare pesci e molluschi non certificati». Antonio Loi lancia un invito ai consumatori: «Fate attenzione alla provenienza dei pesci e dei molluschi. Acquistateli da rivenditori autorizzati».