La Nuova Sardegna

Oristano

Il caso

Rifiuti e carcasse di animali, il degrado della periferia dimenticata

di Paolo Camedda
Rifiuti e carcasse di animali, il degrado della periferia dimenticata

La segnalazione dei residenti sulla grave situazione di abbandono

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Oristano «Paghiamo le tasse come tutti e, anche se abitiamo a Pesaria, abbiamo gli stessi diritti di chi vive in centro città. Dobbiamo però sottolineare che l’amministrazione comunale non ci dedica le stesse attenzioni che offre altre zone del territorio». Michele D’Alba, che da tempo risiede nella borgata, denuncia una situazione di forte degrado che caratterizza la località periferica. «Ormai, soprattutto d’estate, i bordi delle strade sono diventati una sorta di discarica a cielo aperto – afferma –. Gli incivili abbandonano di tutto: buste piene con immondezza di ogni tipo, materassi, tanta plastica, lattine, vecchi documenti e ci sono persino animali morti. Nei giorni scorsi ho dapprima accompagnato un vigile urbano a documentare la situazione e in seguito ho provveduto a segnalare agli uffici comunali la presenza, proprio sul ciglio della strada, di una carcassa di cagna in avanzato stato di decomposizione, chiedendo che venisse rimossa con urgenza prima di diventare focolaio di infezioni. Dal Comune non sono arrivate risposte immediate. In un primo momento mi è stato detto che se ne devono occupare la Provincia e la Asl, così ho chiesto loro di attivarsi per far intervenire chi di dovere. Successivamente, con un messaggio sul telefonino mi hanno invece fatto sapere che la competenza sarebbe del Consorzio di bonifica. Intanto i rifiuti e l'animale, sempre più in putrefazione, sono ancora lì».

I residenti sono stanchi e non si sentono ascoltati dall’amministrazione: «Siamo indignati e arrabbiati – sottolinea Michele D'Alba –, non si fa niente per arrestare l’inciviltà e ogni giorno c’è qualche rifiuto in più che si aggiunge. Dovrebbe essere un dovere di qualsiasi Comune occuparsi della salvaguardia della salute ambientale, del decoro cittadino, eliminare i rischi di diffusione delle malattie, visti anche i recenti casi di febbre del Nilo nel territorio ed evitare incendi alle porte della città che metterebbero a serio rischio l’incolumità di persone ed edifici. Una città capoluogo di provincia dovrebbe fare da esempio, invece nessuno è intervenuto e c’è da supporre che non lo faranno nemmeno nei prossimi giorni».

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