La Nuova Sardegna

Oristano

Il processo

Stalking nella mensa dell’istituto scolastico: assolto il cuoco accusato dalla collega

di Enrico Carta

	Cuochi impegnati nella cucina di una mensa (archivio)
Cuochi impegnati nella cucina di una mensa (archivio)

L’imputato si è sempre difeso: «Ero io la vera vittima»

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Oristano Da accusato a perseguitato? Se così sarà, lo si capirà in un eventuale tentativo di rivalsa tramite il tribunale per quanto gli è accaduto proprio tra le aule del palazzo di giustizia. Quel che è certo è che Giancarlo Cossu non è lo stalker che era stato descritto dalla denuncia presentata contro di lui e per la quale è finito sotto processo. Il caso si è infatti chiuso con l’assoluzione al termine di una serie di udienze alquanto tese, con testimonianze che non hanno fatto emergere quella che il pubblico ministero Daniela Cadeo riteneva una verità processuale tale da richiedere la condanna a un anno e sei mesi. Ha prevalso invece la linea degli avvocati difensori Gianfranco Meloni e Gloria Demontis ed è già la seconda volta nel volgere di poco tempo che Giancarlo Cossu sente pronunciare la parola assoluzione accanto al suo nome. quest’ultimo caso era esploso dopo la denuncia di una collega nei confronti del cuoco responsabile della sicurezza all’interno delle cucine dell’istituto agrario Don Deodato Meloni a Nuraxinieddu, dove i ragazzi studiano e hanno a disposizione un convitto e la mensa.

È dietro le quinte di quest’ultima che si è consumata la vicenda che ha portato i protagonisti in tribunale. Secondo le accuse mosse da una collega di lavoro che si era costituita parte civile assistita dall’avvocata Rossella Oppo e poi cadute, l’imputato avrebbe reso insostenibile qualsiasi rapporto di lavoro rivolgendo continui rimproveri e solleciti a svolgere le mansioni nel modo corretto. Non si sarebbe però trattato di semplici attriti o richiami verbali perché si sarebbe arrivati addirittura agli insulti con parole come «gallina» e a un continuo bombardamento di frasi e gesti che minavano la tranquillità della cuoca. A questi si sarebbero aggiunti dei dispetti come l’accensione di fornelli per far bruciare il cibo e incolpare la collega. Anche altri colleghi raccontarono di una situazione non certo idilliaca che sarebbe andata avanti per cinque anni, dal 2018 sino al 2023, e lo stesso fu confermato dall’ex dirigente scolastico dell’istituto, Giandomenico Demuro, che nella sua deposizione in aula aveva detto di aver emesso quattordici procedimenti disciplinari che però non ebbero esito. Il culmine fu toccato quando si arrivò addirittura a una misura cautelare emessa dal tribunale che prevedeva il divieto di avvicinamento ad alcuni colleghi. In quell’occasione si aprì un primo fronte processuale e ancora allora per Giancarlo Cossu arrivò l’assoluzione.

La seconda l’ha decretata la giudice Silvia Palmas per quest’ultima vicenda per la quale l’accusato ha sempre avuto una sola versione: non sarebbe stato lui il persecutore, ma sarebbe stato la vittima del fronte compatto dei colleghi proprio per il suo essere preciso e rispettoso delle norme e per il suo insistere nel chiedere che anche gli altri lo fossero. Ci si sarebbe quindi trovati di fronte alla maggioranza o quasi totalità dei colleghi pronti a colpire un unico bersaglio. È la tesi che ha prevalso e che ora potrebbe anche ribaltare la situazione. Assieme ai suoi legali, forte del doppio pronunciamento del tribunale, Giancarlo Cossu sta valutando se procedere legalmente contro chi lo ha trascinato in questa situazione.

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