Quindici tonnellate di cannabis sequestrate in un mese: il giro di affari era milionario
Dopo il blitz a Terralba, le operazioni antidroga dei carabinieri hanno portato all’arresto di oltre venti persone
Oristano Le strade dei giovani signori della cannabis illegale sono infinite, ma spesso si incrociano con quelle degli inquirenti. Quello messo a segno dai carabinieri lunedì scorso è il quinto maxi sequestro di droga che l’Arma ha realizzato nel giro di circa un mese. Ancora una volta i numeri sono impressionanti per la quantità di droga ritrovata e per il numero di persone impiegate in quello che è diventato un business vero e proprio. Molto rischioso, ma un affare da capogiro di svariate decine di migliaia di euro per ogni componente della banda e completamente in nero nel caso in cui vada in porto. I blitz sono stati cinque e si può dire che hanno interessato vari angoli del territorio. Il primo era stato operato a Villaurbana, poi l’intervento a Ghilarza, quindi a Santu Lussurgiu e poi a Tiria, nelle campagne del capoluogo, prima dell’ultimo intervento iniziato a Terralba con la collaborazione del Corpo forestale, proseguito con il doppio inseguimento che ha avuto il suo coronamento a Marrubiu e infine ad Allai.
In tutto, da inizio settembre, sono oltre 15mila le piante sequestrate, per un totale di circa 15 tonnellate di peso. Da tutte le coltivazioni si sarebbero potuti ricavare circa 90 quintali di marijuana già lavorata, una quantità imponente. Venduta all’ingrosso, secondo le stime dei carabinieri, avrebbe potuto fruttare tra i due e i tre milioni di euro, con ricavi enormi per ciascun componente dei vari gruppi coinvolti nella coltivazione, nella lavorazione e nello smercio – nelle varie operazioni sono state arrestate oltre venti persone –. Il comandante provinciale dei carabinieri, il colonnello Steven Chenet, insiste sul concetto di filiera e di organizzazione in stile imprenditoriale ovviamente in un ambito completamente illegale. È per questo che i militari coordinati dalla procura sono ora concentrati su vari fronti di indagine e stanno cercando di capire se esistano collegamenti ulteriori, non per forza con partecipazione locale, visto che i terreni erano spesso inutilizzati e in diversi casi in zone a non altissima frequentazione né con vere coltivazioni agricole accanto.
A proposito dell’ultima indagine, quella che riguarda la piantagione di Terralba, sono stati fissate per il 16 ottobre le udienze di convalida degli arrestati che sono in carcere da martedì mattina. Sono Giovanni Moro, 25 anni di Mamoiada, difeso dall’avvocato Marco Basolu; Mauro Tegas, 36 anni di Talana, difeso dall’avvocato Renato Pilia; Andrea Muggianu, 40 anni di Talana, difeso dall’avvocato Fabrizio Manai; Francesco Melis, 23 anni di Mamoiada, difeso dall’avvocato Tullio Moni; Fabio Lutzu, 28 anni di Mamoiada, difeso dall’avvocato Gianluca Sannio; Giuseppe Gungui, 19 anni di Orgosolo, difeso dall’avvocato Francesco Manduzio; Alex Dettori, 31 anni di Bortigali, difeso dall’avvocato Mario Gusi; Alessio Meloni, 34 anni di Bortigali, difeso dall’avvocato Luciano Rubattu. Separatamente si procede per il minorenne di Talana arrestato.