Un nato ogni tre morti, è allarme demografia in provincia
I morti nel 2023 sono stati 2.054 a fronte di 683 nascite. Saldo negativo anche tra immigrati ed emigrati
Oristano La provincia è entrata in una fase critica di decadenza demografica, dove la lotta contro lo spopolamento sembra una battaglia persa in partenza. La popolazione è in contrazione, non per una fuga di massa improvvisa, ma per l’effetto combinato di una denatalità cronica e di flussi migratori troppo deboli per fare da contrappeso. Il rendiconto sociale provinciale Inps 2024 che fa riferimento all’anno precedente e pubblicato di recente, certifica questa spirale: a fronte di un fortissimo calo delle nascite, l’immigrazione non riesce a infondere la linfa vitale necessaria per la sopravvivenza del tessuto sociale. Il calo non si arresta. Nel 2023, la provincia ha perso complessivamente 1.381 residenti. La causa primaria di questo declino risiede nel rapporto squilibrato tra nascite e decessi: con sole 683 nascite a fronte di 2.054 decessi, il saldo naturale si è attestato a un pesantissimo -1.371. Un valore che riflette una denatalità cronica e la presenza di una popolazione significativamente anziana con il 29,5 per cento che ha oltre 65 anni. Deficit strutturale che è il cuore del problema, mentre il saldo migratorio si dimostra incapace di arrestare la contrazione. Insomma, un muro negativo di 1.371 contro uno zero immigrazione netta. Il dato più ambiguo è infatti quello relativo al saldo migratorio totale, che nel 2023 è risultato essere di dieci unità in meno. Un quasi pareggio che poco deve entusiasmare.
NEANCHE I MIGRANTI
A prima vista, un saldo quasi nullo potrebbe sembrare un segnale incoraggiante. Tuttavia, questa stabilità apparente è ingannevole: sebbene l’immigrazione contribuisca a immettere nuova linfa nel tessuto demografico, la sua portata è troppo esigua per contrastare il saldo naturale. Nonostante la crisi di nascite, la provincia non è in grado di attrarre un numero sufficiente di nuovi residenti per compensare le perdite. Nel 2023, 228 persone sono arrivate dall'estero. Queste rappresentano una risorsa potenziale, spesso in età lavorativa, essenziale per il ricambio generazionale in una provincia anziana. Nello stesso anno, però, 238 persone hanno lasciato la provincia per l’estero. Da qui si ricava il saldo negativo di dieci unità che, sebbene non catastrofico, indica che la provincia non riesce a trattenere gli immigrati e contemporaneamente perde residenti autoctoni verso altre nazioni.
RICHIAMO NULLO
Il rapporto Inps offre un ulteriore elemento per formula un’analisi più completa: la migrazione interna con altre province, relativa a coloro che si trasferiscono a Oristano da altre province italiane e coloro che invece emigrano dall’Oristanese verso altre province. I movimenti di popolazione tra la provincia e il resto d’Italia si bilanciano perfettamente. Non c’è un’emorragia netta verso le altre regioni, ma, cosa grave, non c’è attrazione evidente da altre aree, lasciando Oristano completamente esposta all’impatto distruttivo del saldo naturale, appunto quel -1.371 che desta non poca preoccupazione.
DIECI ANNI
Il dato più preoccupante riguarda l’evoluzione storica dell’emigrazione. Il report evidenzia che il numero di emigrati verso l’estero (238 nel 2023) è aumentato rispetto al decennio precedente. Solo dieci anni prima, nel 2013 ad esempio, era pari a 206. Questo suggerisce che la provincia sta perdendo gradualmente la sua capacità di trattenere i propri residenti, in particolare i giovani qualificati e i lavoratori che cercano migliori opportunità altrove. In questo caso si è di fronte a flussi di emigrazione, spesso composti da persone in età produttiva, che rappresentano una vera e propria perdita di capitale umano e di potenziale contributivo futuro, aggravando le sfide sulla sostenibilità sociale e previdenziale del territorio. In conclusione, Oristano è intrappolata in una spirale: un calo demografico dovuto alla forte denatalità, che il pur presente, ma insufficiente, flusso migratorio non riesce ad arginare. L’immigrazione, sia interna che estera, non è abbastanza robusta da generare quel saldo migratorio positivo e incisivo necessario per compensare i 1.371 decessi in eccesso sulle nascite. La provincia, pertanto, appare più che mai destinata a una progressiva desertificazione demografica. A questo punto la risposta sembra sempre più legata all’urgente attuazione di politiche efficaci per attrarre e soprattutto trattenere nuovi residenti.
