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Cinema che racconta impresa, 100 anni di A2a in 500 pellicole

Cinema che racconta impresa, 100 anni di A2a in 500 pellicole

Fondazione Aem ospita ciclo di 'Incontri con la Storia'

30 ottobre 2022
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Custodire la storia per costruire il futuro: è su questo solco che la fondazione Aem del gruppo A2a, apre le sue porte per ospitare un ciclo di ‘Incontri con la Storia’ in collaborazione con Fondazione Corriere della Sera. Si tratta di una serie di appuntamenti mirati ad analizzare le moderne sfide industriali e del settore energetico partendo dalle tappe più significative dei grandi cambiamenti economici e sociali che si sono susseguiti a livello nazionale, con un focus sulla città di Milano. In più di 500 pellicole, custodite dalla fondazione Aem si raccontano oltre 100 anni di storia industriale dell’azienda che oggi è A2a. E proprio il patrimonio filmico di Aem è stato al centro del secondo incontro del ciclo, dedicato a ‘Media e cinema d’impresa’.
“La memoria per un’azienda, come per un individuo, è un elemento costitutivo dell’identità e permette anche di progettare il futuro, senza memoria il futuro è cieco” commenta il presidente della fondazione AEM, Alberto Martinelli, all’ANSA. Le centinaia di documentari archiviati sono, osserva Martinelli, “una sorta di album di famiglia, spesso realizzati dai dipendenti stessi”, e quello che emerge “è soprattutto il rapporto complesso tra industria e natura, e sappiamo quanto lo è oggi ancor più che in passato”, ma anche “il valore del lavoro umano e il grande apprezzamento per la dignità del lavoro”.
Sulla scorta del lavoro della fondazione “ci siamo domandati cosa rappresentasse per noi questo straordinario patrimonio filmico e queste testimonianze del passato” racconta il presidente di A2a, Marco Patuano. “La storia è il punto di partenza - spiega - chi non è consapevole della propria storia fa fatica a immaginare e a progettare, quindi a proiettarsi nel futuro. La storia, soprattutto d’impresa, richiede grande passione e capacità di analisi e la nostra fondazione su questo ha un’esperienza e una expertise come pochi in Italia”.
Consapevolezza delle sfide che attendono la modernità ma anche un occhio rivolto al passato: come osserva la responsabile dell’archivio nazionale cinema d’impresa di Ivrea, Elena Testa, “il cinema d’impresa nasce con il cinema: è sempre esistito ed è un modo per raccontare il lavoro, i processi lavorativi e i metodi, ma anche i cambiamenti sociali. È stato un testimone lungo tutto il ‘900 e ha registrato i momenti principali della trasformazione sociale italiana”. L’archivio, spiega Testa, “è come una mappa che si può leggere: bisogna porre le domande giuste. Alcuni dei film che conserviamo sono realizzati da grandi registi come Ermanno Olmi, Bernardo Bertolucci, i ‘fratelli italiani’, Luciano Emmer, e sono un esempio di cinema che spesso la letteratura ha dimenticato. Riscoprirli ci aiuta anche a comprendere la grandezza di quelle aziende e il lavoro culturale che hanno fatto negli anni”. Un esempio tra tutti è Olivetti, “la cui produzione cinematografica rappresenta appieno l’innovazione di quel tempo”.

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