La Nuova Sardegna

Sassari, appuntamento su Facebook per scatenare una mega-rissa

Gianni Bazzoni
<strong>Via Tavolara ai giardini </strong>È questo uno dei luoghi di Sassari scelti per la guerra tra bande di giovani dei diversi paesi dell’hinterland
Via Tavolara ai giardini È questo uno dei luoghi di Sassari scelti per la guerra tra bande di giovani dei diversi paesi dell’hinterland

Scontri a Sassari tra due bande di Chiaramonti e Ploaghe. Ogni giorno si minacciano in rete e si danno appuntamento ai giardini o sul pullman degli studenti pendolari. Da settimane nel centro della città cresce la violenza tra gruppi di giovani sempre più numerosi

09 ottobre 2010
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SASSARI. Arrivano da Chiaramonti e da Ploaghe, si picchiano a Sassari, ai giardini pubblici di via Tavolara. Ma non finisce lì: si sfidano su Facebook, si danno appuntamenti e si minacciano a vicenda. Viaggiano spesso sullo stesso autobus per tornare a casa, e se devono fare a botte non si fermano neppure se intervengono gli adulti. Sono gruppi contrapposti formati in larga parte da minori, ma in mezzo c'è anche qualche maggiorenne. Indagano i carabinieri.

La storia va avanti da qualche settimana. C'è chi ha cambiato pullman e chi non può farlo. Ogni giorno è una sfida pesante, e il gioco si fa sempre più duro. Fino a quando qualche genitore non scopre quel che sta accadendo, intuisce la gravità della situazione. E denuncia l'episodio ai carabinieri della stazione di Ploaghe.

Una richiesta di accertare responsabilità per il reato di lesioni, perchè il ragazzo porta i segni delle botte, ha l'apparecchio ortodontico danneggiato. E poi qualcuno comincia ad avere paura. Perchè una cosa sono le parole su facebook, le minacce e le sfide virtuali, altra cosa è trovarsi faccia a faccia, tra gruppi sempre più numerosi. Con la contrapposizione e la rivalità (naturale nei giovani d'altri tempi) che si trasforma in odio tra bande. E può diventare ingestibile.

I carabinieri della compagnia di Sassari e quelli della compagnia di Valledoria hanno cominciato a monitorare il fenomeno, ci sono accertamenti in atto e si guarda a un fenomeno che forse è stato inizialmente sottovalutato da più parti. C'è il valore della prevenzione ma anche l'esigenza di scongiurare - con interventi immediati - il fatto che possa accadere qualcosa di particolarmente grave. E non basta dire «che tanto si tratta di ragazzini» per ridimensionare in fretta il problema.

Sorprende il modo di comunicare, la scelta di trasformare gruppi di studenti pendolari in bande in trasferta che scelgono luoghi pubblici e frequentati - come i giardini di via Tavolara - per «combattere» in vista. Per che cosa? Per niente, solo per sfidarsi ancora e cercare nuove forze che la prossima volta consentano di modificare gli equilibri.

I carabinieri non si sbilanciano. C'è solo un generico «ci stiamo lavorando», che conferma che l'attenzione è orientata nella giusta direzione. Anche perchè l'intenzione è quella di fare chiarezza, prima che dal mix minori-adulti possa nascere una soluzione orientata al «fai da te» che potrebbe risultare assai pericolosa.

A Chiaramonti e Ploaghe, ormai da giorni, l'argomento è sulla bocca di tutti. C'è chi sa e alza le spalle, chi cerca di farsi coinvolgere per dare una mano e chi raccomanda di non esagerare. Anzi, meglio segnalare il fatto alle forze dell'ordine. Come ha già fatto qualcuno. E così sono partite le indagini.

Il fenomeno non è isolato. A Sassari già da settimane sono stati segnalati scontri tra bande giovanili. Ragazzini che si incontrano di giorno e si picchiano. Botte per niente, spesso per uno sguardo, per una battuta, per uno sgarbo cercato appositamente. Se ne sono già occupati vigili urbani e polizia, perchè anche in questo caso le risse sono accadute in centro, anzi le ultime volte in piazza d'Italia, salotto buono della città. Di recente praticamente davanti all'ingresso della Prefettura.

In piazza d'Italia l'ultima volta una pattuglia della polizia municipale si è trovata in difficoltà: intervenuta per identificare alcuni giovani era stata accerchiata da centinaia di persone, l'auto di servizio danneggiata. E l'intervento di una volante della polizia aveva evitato conseguenze più serie. C'è qualcosa che sfugge in questi nuovi «scontri metropolitani». L'origine delle sfide tra bande e il perchè, improvvisamente, il fenomeno sia comparso anche da queste parti. Come se qualcuno l'abbia voluto appositamente.
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