La Nuova Sardegna

Le proprietà dello zafferano

Nicola Glorioso

20 settembre 2011
2 MINUTI DI LETTURA





È lo «zafferano». Origine araba: proprio lui, la famosa spezia color giallo carico quando ridotta in polverina sminuzzando gli «stimmi» del suo fiore. Perché ne parlo? perché mi piace scrivere di salute, che è lo scopo di questa rubrica, anche da angolazioni particolari.

Iniziamo con la salute. Lo zafferano è usato in cucina, come ben noto: conferisce al cibo un colore e un aroma molto gradito dalla maggioranza delle persone e ha proprietà medicinali come, del resto, altri vegetali. Le più importanti: 1) induce buonumore: poi va capito se il buonumore sia solo la conseguenza del piacere del palato per un buon risotto allo zafferano; 2) possiede proprietà afrodisiache nei maschi: sembra; 3) sempre nei maschi, sembra stimolare la capacità riproduttiva; 4) in quantità elevate ha proprietà abortive nelle femmine: attenzione, in dosi elevate è tossico e può anche risultare mortale; 5) migliora la memoria.

Lo zafferano ha anche altre proprietà, ma queste sono le principali. Come moltissime altre cose, quindi, specialmente fra le medicine, lo zafferano ha due facce: quella del piacere del gusto e delle proprietà curative se preso in dose corretta («pizzichi» di polverina nei cibi e nelle tisane) e quella dei danni anche gravi se presa in eccesso.

Nello zafferano è contenuta la «colchicina» che noi medici usiamo da tempo immemorabile, per esempio, nella «gotta» così come in diverse malattie reumatiche. Bene, di recente alcuni ricercatori inglesi hanno riproposto lo zafferano anche come possibile fonte di sostanze utili al trattamento di alcuni tumori. Cautela, tuttavia: questo non vuol dire che mangio un risotto allo zafferano alla settimana - o al giorno, per dire - e sono a posto. Significa solo che esiste una nuova possibilità che andrà studiata e sfruttata.

Lo zafferano in origine proveniva dall’oriente: Iran, India, Turchia etc. Dal XVII secolo dell’ottimo zafferano viene coltivato Abruzzo, nella piana di Navello, patria dello zafferano nostrano: più recentemente nelle Marche, in Umbria ed in Sardegna, a San Gavino Monreale e non è certo meno pregiato. È denominato «oro rosso», per il suo colore e il suo prezzo che è molto elevato a causa della scarsa possibilità di meccanizzarne la coltivazione, la raccolta e la mondatura degli stimmi (si fa praticamente tutto a mano).

Ma proprio per questo lo zafferano può diventare una risorsa: le sue modalità e la rapidità di crescita e maturazione permettono ottime rese su superfici di terreno neppure troppo ampie. Pensiamoci: la nave Sardegna ha molto bisogno di «rotte» da percorrere.
In Primo Piano
Sanità

Ospedali, Nuoro è al collasso e da Cagliari arriva lo stop ai pazienti

di Kety Sanna
Le nostre iniziative