La Nuova Sardegna

«Acquisiremo presto il San Raffaele olbiese»

Giuseppe Profiti e don Verzè Qui sopra il San Raffaele quasi ultimato
Giuseppe Profiti e don Verzè Qui sopra il San Raffaele quasi ultimato

Il cda ha annunciato di conferire nella newco le attività cliniche e di ricerca

08 ottobre 2011
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 OLBIA. Ha messo al sicuro le attività cliniche e di ricerca conferendole in una newco. E sta già studiando la successiva acquisizione del nuovo ospedale di Olbia: in questo caso i tempi sono più lunghi, ma solo perché l'ospedale di eccellenza sardo non è ancora operativo. E' tutto scritto nel piano di risanamento approvato ieri dal cda della fondazione San Raffaele.  Il piano, ora, dovrà essere depositato al tribunale fallimentare di Milano. E lì, come previsto, arriverà lunedì 10 ottobre. «L'investimento complessivo di 250milioni di euro - è scritto in una nota diffusa al termine del cda - verrà assicurato dalla famiglia di Vittorio Malacalza e dallo Ior (banca vaticana)».  Ma c'è di più. «La nuova società, che si accollerà passività stimate in circa 500 milioni di euro, verrà affiancata da una fondazione che avrà esclusivamente compiti di salvaguardia dello spirito originale dell'istituto».  Un taglio con il passato e, quindi, con la bad company per dar vita a un nuovo corso con la good company.  L'intervento, ha fatto sapere ufficialmente il cda, «consentirà al San Raffaele di continuare a esprimere gli elevati standard in campo clinico, scientifico e formativo (tra le attività che verranno scorporate e conferite nella newco ci sono anche Laboraf, Resnati e Science Park) che l'hanno reso noto a livello nazionale e internazionale».  Ma le buone notizie arrivano anche dalle banche, le quali hanno deciso di concedere l'appoggio (400 milioni complessivi, leasing compresi) per far partire il piano di risanamento. Unicredit, Intesa San Paolo, Banca Popolare di Sondrio e Ubi hanno dato una chiara dimostrazione di voler credere nel rilancio del colosso sanitario milanese.  E intanto il cda del San Raffaele sta cercando il modo migliore per acquisire anche l'ospedale di eccellenza costruito a Olbia. Considerato (e non da ora) uno dei progetti strategici sui quali puntare. I nuovi vertici, insomma, non hanno cambiato rotta rispetto a ciò che avevano ribadito a metà settembre e, ieri, hanno confermato l'intenzione di non voler abbandonare l'investimento olbiese proprio durante l'approvazione del piano di risanamento.  Assicurazioni in merito (alla fine del mese appena concluso) erano state date dal vice presidente della fondazione Giuseppe Profiti, anche all'assessore regionale della Sanità Simona De Francisci. La quale, con insistenza, aveva detto: «La strategia di acquisizione e rilancio che mi è stata prospettata nell'incontro avuto a Milano è molto articolata, ma i piani per il futuro ospedale di Olba non sono mai stati pregiudicati. Neanche dopo l'istanza di fallimento presentata dalla procura di Milano». (s.p.)
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