La Nuova Sardegna

Grande fuga dalla Riviera del Corallo

Andrea Massidda
Grande fuga dalla Riviera del Corallo

Quest'anno oltre sessantamila presenze in meno rispetto all'estate 2010

26 ottobre 2011
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 ALGHERO. Mai come quest'estate i turisti hanno disertato la città e i suoi dintorni. Con gli ultimissimi raggi di sole di domenica scorsa sono infatti arrivati anche i dati definitivi e ufficiali sulla stagione 2011. E purtroppo i numeri non fanno che confermare quanto già si temeva. Stando al rapporto del Consorzio Riviera del Corallo - un osservatorio particolarmente privilegiato perché costituito da una sessantina di attività impegnate nel comparto ricettivo e nel terziario - tra aprile e settembre le presenze registrate negli hotel, nei camping, nei villaggi-vacanza e nei residence della zona sono state 550mila, ossia 60mila in meno rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Un calo complessivo che oscilla tra l'8 e il 20 per cento a seconda del settore specifico (i più colpiti sono stati i camping). In particolare, nelle camere d'albergo così come nelle piazzole destinate alle tende, l'assenza di villeggianti si è avvertita soprattutto tra aprile e giugno, i cosiddetti periodi spalla, con un recupero nei mesi di luglio, agosto e settembre, ma eccezion fatta - si badi bene - per i dieci giorni a cavallo di Ferragosto, quando la città sembrava a tutti effettivamente meno vivace di quanto lo fosse negli anni scorsi. Non era un'impressione. Tanto è vero che i tour operator locali attivi nell'incoming (cioè quelli che vendono viaggi per Alghero) dicono di aver perso il 20 per cento del loro tradizionale giro d'affari. E se a queste cifre si somma che i turisti arrivati hanno anche speso molto meno di quanto fanno solitamente, il danno sui ricavi aziendali risulta ancora più evidente.  Tra le motivazioni di questo crollo, Stefano Visconti, presidente del consorzio Riviera del Corallo, mette in testa la crisi internazionale dei consumi e il rincaro dei traghetti. «Vale la pena di ricordare - commenta - che alla base di qualunque sviluppo del settore turistico ci dev'essere un'adeguata politica dei trasporti, purtroppo ancora carente». Visconti e i suoi consorziati, tuttavia, non si limitano all'analisi dei dati, ma danno anche preziosi suggerimenti. «Per un rilancio del comparto turistico algherese - continua l'imprenditore - è necessario puntare decisamente sulle peculiarità di un comprensorio a vocazione ambientale, con cultura e tradizioni radicate». E, da parte loro, le imprese cosa devono fare? «Curare la cultura dell'accoglienza - risponde Visconti - e offrire servizi consoni all'aspettativa del consumatore, badando a riequilibrare in alcuni casi il rapporto qualità-prezzo e abbandonando per sempre certi individualismi anacronistici».
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