La Nuova Sardegna

CAGLIARI

Cellino: «Ridatemi la mia barca»

Cellino: «Ridatemi la mia barca»

Ricorso ai giudici del riesame contro il sequestro per contrabbando

20 giugno 2012
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CAGLIARI. Il presidente del Cagliari calcio Massimo Cellino rivuole la sua lussuosa imbarcazione da diporto, un monoalbero di venti metri, che la Guardia di Finanza e l’Agenzia delle dogane gli hanno sequestrato il 14 giugno scorso accusandolo di contrabbando per aver evaso 400 mila euro di iva e dazio: il suo legale ha presentato ieri alla cancelleria del tribunale del riesame un’istanza di revoca della misura cautelare. I giudici decideranno nei prossimi giorni se il provvedimento firmato dal pm Andrea Massidda è fondato e dev’esserne confermata la validità oppure no. Nel frattempo la barca resterà in custodia alla Portus Karalis, la società che gestisce le banchine di via Roma.

A contestare il reato di contrabbando al patron del Cagliari sono state le Fiamme Gialle insieme all’Agenzia delle dogane, che hanno raggiunto Cellino in mare aperto, mentre si trovava insieme ad alcuni amici a bordo della sua preziosa imbarcazione. I finanzieri hanno notificato all’imprenditore il provvedimento di sequestro, poi firmato dal pubblico ministero, spiegandogli che non c’era traccia di una serie di adempimenti dovuti quando un’imbarcazione viene trasferita nelle acque italiane da acque straniere, com’è avvenuto diverse settimane fa. Mancavano all’appello - sempre stando al verbale - anche i pagamenti dell’Iva e del dazio, una cifra pesante che Cellino avrebbe evaso del tutto. (m.l)

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