La Nuova Sardegna

Alcoa, a Domusnovas gli operai presidiano fabbrica di esplosivi

di Giuseppe Centore
Alcoa, a Domusnovas gli operai presidiano fabbrica di esplosivi

Clamorosa manifestazione di protesta conclusa dopo un’ora Il sit-in davanti all’azienda che lavora anche per la Nato

19 settembre 2012
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CAGLIARI. Situazione esplosiva, sotto ogni punto di vista. E allora perché non fare un salto, alla Rwm di Domusnovas, piccola fabbrica che produce componenti per armi e assembla esplosivi per le forze Nato? Detto fatto, ieri mattina gli operai dell’Alcoa, si sono radunati poco dopo le cinque e mezza davanti allo stabilimento e a bordo di una cinquantina di auto si sono diretti verso la piccola fabbrica, qualche decina di operai, che realizza l’esplosivo cosiddetto insensibile per la Nato. Prima un simbolico sit in di fronte ai cancelli, poi una altrettanta simbolica occupazione dell’impianto, di fatto con il consenso degli stessi operai, della vigilanza interna e soprattutto dei carabinieri, presenti sin dalla mattina presto con due blindati e soprattuto con un elicottero che dall’alto ha monitorato la situazione. Un’ora di proteste e poi tutti a casa, a riprendere le normali attività, che significavano anche ieri lo spegnimento di diverse celle elettrolitiche.

«Abbiamo incontrato il direttore della fabbrica al quale abbiamo spiegato che non è nostra intenzione fare del male a nessuno e abbiamo chiesto scusa per il disagio arrecato – ha spiegato alla fine della manifestazione, parlando al megafono Angelo Diciotti, segretario provinciale del sindacato Cub – adesso ognuno di noi rientra in fabbrica dove ci aspettano gli impegni per il lavoro».

Davanti ai cancelli della fabbrica di esplosivi, i delegati sindacali hanno manifestato la forte preoccupazione per la vertenza in corso. «Siamo molto preoccupati per quanto sta avvenendo – ha detto Massimo Cara della Rsu Cisl – tra i lavoratori c’è ormai disperazione». Appello ai rappresentanti delle istituzioni è stato lanciato dal segretario provinciale della Fiom, Franco Bardi. «Il Governo deve dare risposte – ha detto – e in tempi rapidì. Concetti ripetuti anche poche ore dopo nell’incontro che la Rsu ha avut o con Cappellacci.

«Serve chiarezza da parte dell’Unione europea sui provvedimenti per l’abbattimento dei costi dell’energia per la produzione di alluminio in Sardegna e il governo deve interloquire con la commissione Ue per avere una risposta su questo tema». Lo hanno chiesto i lavoratori alla Regione.

Oggi intanto importante appuntamento a Roma al ministero dello sviluppo economico,dove si affronterà, anche alla presenza di uno dei candidati a rilevare lo stabilimento, la Glencore, del nodo energetico. Il governo ha ripetuto che la tariffa sarà vicina ai 34 euro a megawatt, in linea con la media europea, ma la multinazionale vuole garanzie sui tempi; quindici anni di tariffa definita sono un periodo adeguato per poter sostenere gli investimenti dell’impianto, ma l’Unione europea, secondo quanto risulta alla Nuova dovrebbe garantire il via libera al sistema della cosiddetta superinterrompibilità per i prossimi tre anni, entro il prossimo mese di ottobre. Per quanto riguarda gli altri strumenti per contenere i prezzi il governo non si è ancora espresso, ma è più che probabile che entro ottobre, il quadro normativo diventi definito. Solo a quel punto si saprà se ci saranno ancora pretendenti per la ex-Alcoa. La presenza solo formale del sindacato oggi a Roma con una decina di lavoratori, serve a ricordare al governo che il tempo non gioca a favore della positiva conclusione della vertenza. Sempre sul punto di esplodere, e non solo metaforicamente.

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