La Nuova Sardegna

Tributi Italia, salvi 23 Comuni

d Pier Giorgio Pinna
Tributi Italia, salvi 23 Comuni

Grazie alla Corte dei conti recuperate ingenti somme, condanne per 7 milioni

06 ottobre 2012
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SASSARI. È un caso da annotare: ancora una volta i controlli su traffici e ruberie nella pubblica amministrazione si confermano non solo utili ma fondamentali. In Sardegna la «stretta» impressa dalla Corte dei conti a Tributi Italia ha evitato danni maggiori a 23 Comuni e a tantissimi contribuenti onesti. Almeno nell’isola, proprio grazie all’operato della magistratura, dal 2009 a oggi è stato possibile recuperare ingenti somme, quelle stesse inizialmente mai girate agl Enti locali dalla maggiore società privata di riscossione, finita adesso sotto inchiesta penale sulla penisola per pesantissime irregolarità e sprechi di denaro pubblico.

Da parte della sezione sarda della Corte dei conti sono infatti state emesse condanne per complessivi sette milioni di euro nei confronti di Tributi Italia per tasse riscosse da cittadini e poi non riversate agli Enti. La società, anche negli ultimi giorni al centro di nuove indagini in varie regioni per le stesse accuse a suo tempo contestatele nell’isola, è ritenuta responsabile di aver trattenuto in maniera illecita consistenti somme incassate per il pagamento di Ici, Tarsu e Tosap. In Sardegna le indagini erano partite prima e sul piano amministrativo-contabile avevano consentito d’inchiodare alle loro responsabilità i dirigenti di Tributi Italia e delle varie società collegate, spesso create ad arte con nomi e indicazioni differenti.

In Sardegna l’azienda di riscossione era da anni sotto indagine anche da parte della Procura erariale dell’isola, che ha ottenuto dai magistrati contabili 23 sentenze definitive. Queste sentenze non sono state impugnate e ora sono in fase di esecuzione. Per l’esattezza, la sezione giurisdizionale della Corte dei conti resieduta da Mauro Scano ha accertato danni rilevanti da parte di Tributi Italia e delle società Gestor e Ipe (confluite in Tributi Italia) a carico di diverse decine di amministrazioni pubbliche che avevano deciso di fare riferimento ai loro funzionari per la riscossione delle imposte nei territori di competenza. Fra i più rilevanti, gli oltre tre milioni di Cagliari, il milione e 440mila euro di Quartu Sant’Elena, i 385mila di Mamoiada, i 350mila di Oristano, i 343mila di Nuoro. Tutti riferibili a tributi municipali incassati negli anni scorsi.

Le 23 sentenze di condanna definitive della Corte dei conti riguardano in particolare il capoluogo di regione (per un importo pari a 3,046 mln di euro), Quartu (883mila con una prima sentenza e 559 mila con la seconda), Mamoiada (385mila), Oristano e Nuoro.

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