La Nuova Sardegna

bologna, nuova scoperta nella medicina

Staminali riprogrammate: ricercatori sassaresi nel team

Staminali riprogrammate: ricercatori sassaresi nel team

BOLOGNA. Cellule adulte riportate allo stato simil-embrionale, grazie all’emissione a bassissima intensità di un campo radioelettrico, in modo da consentire ai biologi di riprogrammarle e...

13 novembre 2012
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BOLOGNA. Cellule adulte riportate allo stato simil-embrionale, grazie all’emissione a bassissima intensità di un campo radioelettrico, in modo da consentire ai biologi di riprogrammarle e trasformarle. Da un lembo di pelle, grazie a questa sorta di “macchina del tempo”, si può ottenere tessuto del cuore e attivare così un meccanismo generale di riparazione per organi e tessuti danneggiati. Una speranza per chi lotta contro le malattie degenerative come il Parkinson, la Sclerosi multipla, la Sla. La scoperta fatta del team di ricercatori guidati da Carlo Ventura, professore di Biologia molecolare all’università di Bologna e del quale fanno parte anche alcuni ricercatori dell’’Università di Sassari, è un’evoluzione del lavoro di Shinya Yamanaka, lo studioso giapponese appena insignito del Nobel per la Medicina proprio per le ricerche sulla riprogrammazione delle cellule. Ma in questo caso, la riprogrammazione di cellule, staminali e non, è stata ottenuta grazie a un’emissione radioelettrica. I risultati sono stati pubblicati sulla prestigiosa rivista americana “Cell Transplantation” e la nuova tecnologia si chiama Reac (Radio Electric Asymettric Conveyer). Oltre al laboratorio di Biologia molecolare e Bioingegneria delle cellule staminali di Bologna diretto dal professor Ventura in collaborazione con la dottoressa Claudia Cavallini del Dipartimento cardiovascolare di Bologna, alla scoperta hanno partecipato i ricercatori dell’istituto Rinaldi Fontani di Firenze (Salvatore Rinaldi e Vania Fontani) e quelli del Dipartimento di scienze biomediche dell’università di Sassari. Lo studio ha riguardato i fibroblasti, cellule tipiche e numerose del tessuto connettivo. «La novità della scoperta sta nel fatto che si parla di riprogrammazione cellulare diretta – ha spiegato Margherita Maioli, la ricercatrice sassarese coordinatrice del gruppo dell’ateneo di Sassari, formato anche da Gianfranco Pigliaru, Sara Santaniello e Alessandro Castagna –. Invece di mandare una cellula adulta non staminale indietro nel tempo finchè non diventa praticamente embrionale e poi da lì partire per ottenere un differenziamento, si è riusciti a far prendere a questa cellula adulta una strada diretta come se si partisse già da una staminale embrionale». (plp)

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