La Nuova Sardegna

Troppe leggi inapplicate e c’è chi fa ricorso al Tar

Troppe leggi inapplicate e c’è chi fa ricorso al Tar

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CAGLIARI. C’è chi per ottenere la zona franca nei porti sardi ha ricorso al Tar. Sono state due associazioni – i «Giuristi indipendenti» di Cagliari e gli «Artigiani e commercianti liberi» del Sulcis – ad aver dato mandato all’avvocato Francesco Scifo, per «ottenere dai giudici amministrativi l’immediata applicazione di quanto previsto sin dal 1948 dallo Statuto della Regione e poi nel 1998 da un decreto legislativo che indicava in Olbia, Porto Torres, Oristano, Arbatax, Portovesme e Cagliari i punti franchi dell’isola». Nei mesi scorsi, prima che la giunta Cappellacci rilanciasse la vertenza con l’Unione Europea, i ricorrenti avevano anche notificato una diffida al presidente della Regione, al sindaco di Cagliari e all’Autorità portuale per «sollecitare entro 90 giorni l’avvio della zona franca nel porto di Cagliari, secondo quanto previsto dal decreto, rimasto inattuato, del presidenza del Consiglio emesso nel 2001». Ora spetterà al Tar decidere se colmare questa storica omissione che, secondo le due associazioni, «ha provocato finora alla Sardegna un gravo danno economico per non aver potuto usufruire dei benefici fiscali». Per i «Giuristi indipendenti» e gli «Artigiani liberi», tra l’altro, «l’attuazione non dovrebbe neanche passare al vaglio di Bruxelles visto il rango legislativo dello Statuto sardo, approvato prima del Trattato di Roma, quello che ha sancito l’inizio della Comunità europa, e che quindi al massimo doveva recepire quanto previsto dall’articolo 12 dello stesso Statuto». In ogni caso, secondo le associazioni «è necessaria una decisione urgente visto che con l’entrata in vigore del nuovo codice doganale europeo cesseranno gli effetti del decreto legislativo del 1998 e anche quanto previsto dal vecchio codice che recita: «I paesi aderenti in particolare stato di disagio economico possono destinare alcune parti del loro territorio doganale a zone france o punti franchi per compensare anche i costi di trasporto» ed è proprio questo il caso della Sardegna.

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