La Nuova Sardegna

Assalti ai blindati, l’inchiesta

Le amicizie e le parentele con Arzu e Olianas

Le amicizie e le parentele con Arzu e Olianas

Alcuni componenti della banda legati a esponenti della criminalità specializzati nelle rapine

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Nuoro In una banda in cui, almeno per ora, non compare un leader e non appare netta una gerarchia di ruoli, ci sono però persone legate a figure che nel mondo della criminalità sarda hanno un peso enorme. Di più, si tratta di persone con un curriculum molto ben definito, specializzate proprio nelle rapine e negli assalti ai furgoni portavalori. Come Raffaele Arzu di Talana, a lungo uno dei ricercati considerati tra i criminali più pericolosi d’Italia. Quarantasei anni , dopo 7 di latitanza culminati con l’arresto e la resa, dal 2009 è in carcere. Dove? In Toscana, prima a Pisa e ora a Grosseto. Raffaele Arzu, condannato per alcuni colpi commessi proprio tra Toscana, Umbria e Marche, è amico fraterno di Salvatore Tilocca, 44 anni, il goceanino della banda dei sardi individuata dagli inquirenti toscani. Nato a Ozieri, residente a Bottidda, origini di Burgos, Tilocca - detto “Biondo” con Arzu fece anche una rapina, nelle Marche: insieme assaltarono l’ufficio postale di Castelraimondo nel 2002. Un altro Arzu, Luca - fratello di Raffaele - è stato condannato nel 2019 a 30 anni di carcere perché considerato uno dei capi dell’organizzazione criminale che tra il 2013 e il 2016 mise a segno una serie di assalti a caveau e furgoni portavalori in Sardegna, con piani anche oltre mare. L’altro capo della banda era un insospettabile: Giovanni Olianas, vicesindaco di Villagrande Strisaili. Un uomo che di giorno sedeva in consiglio comunale e di sera andava a fare le rapine. A Olianas è legato da parentela Marco Sulis, 35 anni, anche lui di Villagrande: i due sono zio e nipote. Ed è a casa di Marco Sulis che Franco Piras e Francesco Palmas vanno al rientro dalla Toscana il 30 marzo, due giorni dopo l’assalto ai portavalori sull’Aurelia. La sensazione degli inquirenti è che dovessero “fare rapporto”, raccontare della perquisizione, dell’arrivo dei carabinieri nel casolare. Come se loro fossero dei sottoposti, e Sulis un capo. (si. sa.)

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