La Nuova Sardegna

Mele, negata la visita alla tomba della madre

Mele, negata la visita alla tomba della madre

Il caso del mamoiadino in carcere da 26 anni. Sdr: scrive libri, è cambiato, chiede di applicare la legge

06 agosto 2013
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CAGLIARI. «Annino Mele, ininterrottamente in carcere dal 1987, autore di sei libri, si è visto negare dal magistrato di sorveglianza di Cagliari un permesso premio per fare una visita alla tomba della madre. Un rifiuto ingiustificato considerando che l’uomo, condannato all’ergastolo, è in carcere da 26 anni 23 dei quali trascorsi fuori dall’isola»: lo afferma Maria Grazia Caligaris, presidente dell’associazione Socialismo Diritti Riforme, sostenendo che non si vuole riconoscere che l’ex latitante di Mamoiada, «è profondamente cambiato e subisce una palese ingiustizia. Non si riesce a comprendere come sia possibile applicare la legge sull’ordinamento penitenziario ad alcuni ed escluderne altri. Il caso più noto è quello di uno dei banditi più famosi della Milano degli anni Settanta, Renato Vallanzasca, condannato a quattro ergastoli e 260 anni di carcere, accusato e condannato per 7 omicidi e 4 sequestri di persona, in carcere dal 1987 dopo diverse evasioni, che ha nuovamente ottenuto il permesso di lavoro esterno. Lascia l’istituto penitenziario di Bollate (Milano), tutti i giorni alle 7.30 e rientra alle 21.30. Il sabato addirittura alle 24. Per raggiungere questo traguardo ha usufruito di un diritto sancito dalla legge». Annino Mele, condannato all’ergastolo per omicidio e sequestro di persona, «benché abbia tenuto un comportamento eccellente, non ha mai usufruito – evidenzia la presidente di Sdr – di un permesso premio. Ha pubblicato sei libri, un altro sta nascendo nella casa circondariale di Buoncammino dove si trova attualmente».

Mele partecipa attivamente alle iniziative culturali e rieducative che sono state promosse all’interno degli istituti in cui è stato ristretto. Dipinge, costruisce vasi e cestini con gli stecchini, confeziona colorati centri tavola con filati di viscosa. È rimasto fuori dall’isola fino al 2012 quando il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ha finalmente accolto una domanda di trasferimento da Fossombrone per poter effettuare regolari colloqui con i parenti. Nel frattempo è deceduta l’anziana madre che non ha potuto incontrare per 11 anni essendogli state costantemente respinte tutte le istanze di permesso. L’ultimo incontro, ottenuto in virtù di un avvicinamento colloqui, è avvenuto poche settimane prima della morte della donna. «Annino Mele – conclude l’ex consigliere regionale socialista –non chiede un favore ma l’applicazione della legge. Un rigetto con la motivazione che non collabora con la giustizia dopo una così lunga detenzione, una sentenza passata in giudicato, una carcerazione esemplare, appare del tutto ingiustificato e palesemente punitivo».

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