La Nuova Sardegna

Bilinguismo, i partiti al tavolo del Psd’Az

di Alfredo Franchini
Bilinguismo, i partiti al tavolo del Psd’Az

Tutti favorevoli alla proposta sulla lingua sarda ma c’è cautela sulle alleanze: «Prima facciamo l’accordo sui programmi»

23 agosto 2013
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CAGLIARI. Il bilinguismo è un argomento molto serio e il Psd’Az ha fatto bene a presentare una nuova proposta di legge. Lo sostengono i rappresentanti di tutti gli altri partiti. Bustianu Cumpostu, nazionalista di Sardigna Natzione, non poteva non approvare anche se - spiega - la proposta del Psd’Az si basa sul riconoscimento di una lingua minoritaria e invece la sfida dev’essere combattuta per una lingua nazionale.

Problema vecchio, quello delle varianti linguistiche, risolto dalla Regione nel 2006 con la delibera che istituisce la “limba sarda comuna”. Cumpostu spiega: «Sto scrivendo un libro di matematica e in quante lingue dovrei scriverlo? Mi verrebbe meglio il bittese ma credo sia giusto farlo nella lingua comuna, non mi pongo il problema. Qualche sacrificio bisogna farlo altrimenti i figli non capiranno più la lingua dei padri». Battaglia giusta ma cosa c’entrano le alleanze politiche? Cumpostu ribadisce: «Il Psd’Az ha fatto il suo dovere a presentare quella proposta, poi se volessero servirsene a scopi politici sarebbe sbagliato». Una proposta che non si inserisce nel deserto in quanto almeno in parte il bilinguismo è passato. L’altra sfida - dice Cumpostu - e farlo passare nelle scuole ma l’istruzione, (i professori e gli alunni), pagano altri prezzi sotrto forma di tagli.

Sul piano più politico, “le alleanze devono passare dal bilinguismo” i partiti sono più cauti. Giampaolo Diana, capogruppo del Pd, spiega: «Ho colto un atteggiamento positivo nelle recenti prese di posizione di Giacomo Sanna, ad esempio quando dichiara la disponibilità a sostenere la candidatura di Francesca Barracciu. Il Psd’Az è uscito dalla giunta Cappellacci e quindi c’è la concreta intenzione di recuperare un ruolo all’interno del Centrosinistra che è poi lo schieramento naturale dei sardisti. Ma declinare tutto questo in una dichiarazione di alleanza sul bilinguismo mi sembra azzardato». A giudizio del capogruppo del Pd, quindi, «con il Psd’Az ci sono ben altre ragioni programmatiche che vanno al di là della lingua sarda».

Salvatore Lai, (Italia dei valori), vede le allenze politiche mirate sulle grandi emergenze e quindi sulla crisi sociale che sta diventando più profonda di quella economica.

Salvatore Lai spiega: «Ogni alleanza va sempre rapportata a non favorire operazioni di trasformismo e la buon norma è quella di giudicare le responsabilita e la pratica alla fine della legislatura». Per Lai non si può prescindere dalla questione morale così come la pose Berlinguer: «Significa che i partiti devono uscire dalla gestione del potere, eliminare tutti gli elementi che possano inquinare la politica e quindi il sottogoverno». Luciano Uras (Sel) anch’egli difensore della lingua sarda, per quanto riguarda le allenze chiede che si parli di programmi. «L’accordo col Psd’Az non passa su uno dei punti ma sull’insieme del progetto. E’ questo il nostro cemento. Solo così può arrivare il cambiamento. Non vorremmo che tutto si esaurisse nel contributo a uno dei candidati alla presidenza. Il modo migliore è trovare l’accordo sul programma».

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