La Nuova Sardegna

«Sanguinarie», guerra aperta tra i grillini

di Silvia Sanna
«Sanguinarie», guerra aperta tra i grillini

La divisione nasce sulle modalità di selezione dei candidati alle primarie: aperte o ristrette? Il leader: risolvetela tra voi

02 novembre 2013
3 MINUTI DI LETTURA





SASSARI. I primi mugugni all’assemblea regionale del 31 agosto a Laconi, dove però il Movimento si è presentato compatto, almeno in apparenza. Una settimana dopo, la spaccatura netta, sancita da un documento fatto circolare su Facebook. Oggetto: le elezioni regionali 2014, come individuare i candidati alle primarie, che qualcuno ha ribattezzato subito sanguinarie per lo scambio violento di accuse reciproche. Il documento è stato ritirato ma le lacerazioni sono rimaste. Al punto che ancora oggi non è chiaro come avverrà la selezione dei candidati. L’unica certezza è che 198 persone si considerano già in corsa, tra le quali 34 che puntano alla poltrona di governatore della Sardegna: dalle autocandidature, presentate on line, ha preso le distanze una parte del Movimento, affermando che le uniche candidature certificate devono essere presentate nel blog di Beppe Grillo. E lui, il leader, che fa? Niente: risolvetela tra voi, ha risposto a chi gli spiegava che in Sardegna ormai è caos totale.

L’assemblea a Laconi. Era il 31 agosto, all’assemblea regionale furono invitati parlamentari sardi ed esponenti del Movimento di altre regioni. L’obiettivo era stabilire, tutti insieme e sulle base anche delle esperienze di altre realtà, il percorso migliore per individuare i candidati per le elezioni regionali di febbraio. Tra gli altri, all’appello rispose il senatore siciliano Vito Crimi. Fu lui a suggerire una road map, un regolamento che fissasse modalità e tappe del percorso. Partendo dall’articolo 7 dello Statuto, che stabilisce la possibilità per chiunque di candidarsi. Su questo aspetto, iniziarono a sollevarsi le polemiche.

Il documento di settembre. A postarlo su Facebook fu un attivista del Meetup di Olbia, Gian Gian Mario Marongiu. Il documento, attribuito all’attivista algherese Alessandro Polese (che sull’argomento non ha mai voluto dire la sua) affidava ai responsabili delle 5 liste certificate (Alghero, Assemini, Quartucciu, Senorbì e Sennori), il compito di decidere come individuare i candidati alle primarie per le Regionali. Due i paletti più contestati: essere iscritti e certificati al blog nazionale prima del 31 dicembre 2012 e avere svolto nell’ultimo anno attività a favore del Movimento. Il documento non portava alcuna firma dei presunti sottoscrittori: i quali, è il caso di Giorgia Di Stefano (Alghero) e Mario Puddu (Assemini) dissero che si trattava di una bozza, di un ragionamento in corso. Ma non nascosero di condividere almeno il principio ispiratore, cioè chiudere le porte delle primarie a profittatori, a grillini dell’ultima ora pronti a saltare su un carro fortunato. A prendere completamente le distanze dal documento fu Antonio Piu, consigliere comunale del Movimento 5 Stelle a Sennori: «Non rispetta i principi di trasparenza e democrazia». La guerra era appena cominciata.

Due nuove assemblee. A Olbia il 5 ottobre e a Tramatza 20 giorni dopo. Entrambe assemblee regionali. Circa 140 i partecipanti alla prima, 37 alla seconda. A sancire la divisione anche due diversi siti web, rappresentativi delle due fazioni. Da una parte c’è l’Associazione 5 Stelle di Cagliari, dall’altra i meetup, una trentina, distribuiti in tutta l’isola e che hanno tra i principali riferimenti il meetup 323 di Olbia, nato nel 2007. Dall’assemblea di Olbia è nato il portale e-democracy attraverso il quale 400 attivisti hanno ottenuto la certificazione dal blog di Beppe Grillo. E l’assemblea ha deciso di procedere in linea con quanto stabilito a Laconi il 31 agosto: è nata la road map e sul sito www.meetup.com/MoVimento-Cinque-Stelle-In-Sardegna dal 26 ottobre, sino al 31, è stato dato il via alle autocandidature. Sull’altro sito www.sardegna5stelle.it, riconducibile all’associazione di Cagliari, è apparsa una dichiarazione, condivisa delle parlamentari sarde Emanuela Corda e Manuela Serra, con cui una parte dei grillini sidissocia dall’iniziativa e dice che l’unica piattaforma certificata è quella del blog di Grillo.

Il leader. Al senatore Roberto Cotti, Beppe Grillo ha detto che la situazione sarda deve essere risolta in casa. Ma per evitare che le polemiche si trascinino a lungo, il leader dei grillini avrebbe mandato nell’isola dei “facilitatori”, persone del suo staff incaricate di ricucire gli strappi. Possibilmente in silenzio, perché di rumore se n’è già fatto anche troppo.

©RIPRODUZIONE RISERVATA

In Primo Piano

VIDEO

Il sindaco di Sassari Nanni Campus: «23 anni fa ho sbagliato clamorosamente. Il 25 aprile è la festa di tutti, della pace e della libertà»

L’intervista

L’antifascismo delle donne, la docente di Storia Valeria Deplano: «In 70mila contro l’oppressione»

di Massimo Sechi
Le nostre iniziative