La Nuova Sardegna

La scelta di Umberto: restare in paese per aiutare il babbo

La scelta di Umberto: restare in paese per aiutare il babbo

La madre e la sorella da tempo hanno lasciato Noragugume Il saluto agli amici sabato sera: «Domani mi sveglio presto»

20 gennaio 2014
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NORAGUGUME. Il pensiero di tutti era rivolto a lui, a Umberto, un ragazzo gioviale e altruista nonostante la vita gli avesse riservato tanto dolore sin da bambino. Era giovanissimo, infatti, quando i genitori si separarono e la madre decise di tornare a Escolca, suo paese d'origine. Anche l’unica sorella, più grande di lui, appena ha potuto ha lasciato il paese per cercare lavoro stagionale nella costa gallurese. Umberto invece viveva col padre e insieme avevano cercato di investire tutte le loro energie e risorse nell'azienda di famiglia.

«Stavano bene – hanno raccontato gli amici dopo un apparente chiusura, o forse solo comprensibile stordimento –. Avevano due terreni oltre questo e avevano deciso di dotarsi di una mungitrice perché il lavoro iniziava ad essere tanto. Ieri sera (sabato - ndr) per esempio siamo andati in pizzeria ma lui a una certa ora ha deciso di andarsene perché si era fatto troppo tardi e oggi si sarebbe dovuto svegliare molto presto. Era un ragazzo come noi, altruista e generoso».

Tutti i suoi amici ieri si sono mossi per svolgere ciò che a lui e al padre la mano omicida ha impedito di fare. Alcuni sono andati ad accudire i maiali portando loro il mangime; altri hanno atteso che la polizia finisse i rilievi per poter mungere le pecore che per tutta la mattinata sono rimaste chiuse all’interno del capannone.

Con le lacrime agli occhi, un’altra del gruppo ha descritto l’entusiasmo e la curiosità di Umberto nell’entrare a fare parte della grande famiglia di Facebook. Da soli sei giorni aveva inoltre attivato sul suo cellulare il noto programma “WhatsApp”che usava per comunicare con i suoi amici.

L'ultimo suo ingresso e contatto risulta proprio della mezzanotte e sei minuti di sabato. L'ultimo legame virtuale di Umberto col suo mondo, dove le avanguardie della tecnologia hanno sì fatto capolino, senza però riuscire a interferire su schemi culturali legati a codici comportamentali consolidati nel tempo. Umberto Nieddu era stato visto in giro anche venerdì notte in occasione dei festeggiamenti in onore di Sant’Antonio Abate.

È rimasto per un po’ attorno al falò, allestito in piazza IV Novembre, dove erano in corso i festeggiamenti civili. Poi è rientrato a casa, pensando alla levataccia che lo aspettava. Il padre Bruno, invece, era un uomo molto riservato e autoritario.

Non usciva spesso, dedicava gran parte della giornata al lavoro. Bruno e Umberto Nieddu non avevano parenti a Noragugume. Gli altri familiari per lavoro erano dovuti andare via dal paese. (k.s.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

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