La Nuova Sardegna

Flavio Carboni: «Le amnesie di Cappellacci»

di Piero Mannironi

L’uomo d’affari di Torralba replica al governatore: lo aiutai nella campagna elettorale del 2009

17 febbraio 2014
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SASSARI. Negli ultimi due giorni di campagna elettorale il governatore Ugo Cappellacci ha cercato disperatamente di liberarsi dall'ombra ingombrante di Flavio Carboni, il vulcanico uomo d'affari di Torralba che si è mosso per decenni negli incerti confini di alcuni dei grandi misteri italiani. L'anticipazione del Corriere della Sera di un'intervista rilasciata da Carboni ai giornalisti di Report Mottola e Ranucci sui suoi rapporti con Cappellacci, è stata come una rasoiata dolorosa per il leader del centrodestra.

Tutta la querelle partirebbe dalla rivelazione che Cappellacci nel 2009, subito dopo la sua elezione, si sarebbe rivolto proprio all'uomo d'affari di Torralba per "bonificare" da eventuali microspie gli uffici della Regione. Richiesta che, ovviamente, sottintenderebbe un rapporto di conoscenza e di fiducia tra i due. Rapporto confermato placidamente da Carboni che ha detto di essersi speso molto per l'elezione di Cappellacci: «Sì, mi sono impegnato per la sua elezione e ho fatto tutto quello che era in mio potere nel suo interesse».

La reazione di Cappellacci è stata violenta e stizzita: «È un tentativo, goffo e maldestro, di vendetta. Non ci crede neanche un bambino. Chiedere a Flavio Carboni una cosa del genere è come chiedere alla volpe di custodire il pollaio. Ma il diavolo fa le pentole e non i coperchi. Il giorno indicato dal Corriere per le bonifiche, il 7 marzo del 2009, io ero fuori dalla Sardegna. Chi ha fatto queste affermazioni ne risponderà nelle sedi giudiziarie».

Il far riaffiorare anche in modo indiretto l'inchiesta P3 proprio alla vigilia del voto (Cappellacci e Carboni sono stati infatti entrambi coinvolti nel caso sull’eolico in Sardegna) ha evidentemente mandato su tutte le furie il governatore, preoccupato di una possibile perdita di consenso.

Ma le parole di Cappellacci non sono andate giù a Carboni che è tornato sulla querelle con il suo stile allusivo e ricco di ironia pungente. «Il Governatore Cappellacci soffre di amnesie e una piccola amnesia dopo l'altra cagiona l'evaporazione del consenso – dice infatti –. Preciso che in molte occasioni il dottor Cappellacci mi informava su varie vicende, dimenticando, o fingendo di scordare, anche i numerosi e gradevoli incontri con varie personalità, tra i quali ricordo, gli onorevoli Verdini, Dell'Utri, Formigoni… a Milano, Roma e in Sardegna sia nel 2009 sia nel 2010. Incontri documentati anche fotograficamente».

«Del resto – continua Carboni – l’intervista che ho concesso altro non è che la conseguenza di una precedente dichiarazione fatta dall'amministratore Sergio Palmacci, della società Poseidon Tecnologie, specializzata in bonifiche ambientali e della cospicua documentazione del servizio svolto nella sede della Regione Sardegna. Fatti quindi non smentibili in considerazione anche delle numerose persone coinvolte. Ciò avrebbe reso impossibile, se pure l'avessi fatto, una diversa ricostruzione e/o smentita di quanto avvenuto. Anche se oggi, come allora, considero la richiesta nell'ambito della più rigorosa legalità. Non lo era? Questo non potevo saperlo».

Carboni poi lancia una frecciatina sarcastica: «Ora c'è un problema: chi era quel signore, del tutto simile al dottor Cappellacci, che si è congratulato con il signor Palmacci e con l'ingegner Tomassetti?».

Poi continua: «In merito alla volpe e al pollaio, di cui parla il dottor Cappellacci, io sarei la volpe. Non mi dispiace essere paragonato a una volpe, se per volpe si vuole intendere intelligenza e furbizia anche perché tutti sanno che i polli e le galline non mi sono mai piaciuti. In realtà, purtroppo i fatti mi smentiscono, io non sono stato una volpe bensì il pollo, avendo dato un contributo importante al Governatore Cappellacci nella precedente campagna elettorale nell'anno 2009, senza mai chiedere niente e pur non appartenendo a nessun schieramento politico. E allora mi domando: chi è la volpe?».

E infine una conclusione al veleno: «Tuttavia per maggiori chiarimenti e dettagli, e accogliendo quanto preannunciato dal dottor Cappellacci, rimango volentieri in attesa, la dove se ne ravvisassero i motivi, che sia l'autorità giudiziaria ad occuparsi del caso. Mi tornano oggi alla mente le parole di Seneca: "Sono più le cose che ci spaventano di quelle che ci minacciano effettivamente, e spesso soffriamo più per le nostre paure che per la realtà"».

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